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Secondary ticketing, truffa e aggiotaggio sui biglietti dei concerti online: indagate tre società di produzione

Per i pm della Procura di Milano, Live Nation, Vivo e Di and Gi prima facevano credere al pubblico che i ticket degli eventi fossero quasi esauriti, ma contemporaneamente stipulavano “accordi occulti” con il sito di bagarinaggio online Viagogo, sul quale “un elevato numero di tagliandi” veniva messo in vendita “a un prezzo ingiustificatamente maggiorato rispetto a quello stabilito dagli artisti”

Da un lato facevano credere al pubblico che i biglietti del concerto fossero quasi esauriti. Dall’altro stipulavano “accordi occulti” con il sito di bagarinaggio online Viagogo, sul quale “un elevato numero di biglietti” veniva messo in vendita “a un prezzo ingiustificatamente maggiorato rispetto a quello stabilito dagli artisti”. Sono le accuse che la Procura di Milano muove a tre dei principali organizzatori di spettacoli italiani: oltre a Live Nation e Vivo, che lo scorso novembre erano finiti nel mirino del pm Andrea Scudieri dopo un servizio delle Iene, anche Di and Gi (D’Alessandro e Galli). Il meccanismo escogitato – secondo gli inquirenti – ha consentito ai promoter ricavi per oltre un milione di euro.

Il caso era esploso lo scorso ottobre con la messa in vendita dei biglietti dei Coldplay, terminati in pochi minuti sul sito di rivendita ufficiale TicketOne, per poi ricomparire all’istante su quelli di secondary ticketing. In seguito la trasmissione di Italia 1 aveva fatto emergere un quadro che è stato confermato dall’avviso di chiusura delle indagini, di cui hanno dato notizia Corriere e Repubblica: il 90% degli incassi ottenuti da Viagogo grazie ai biglietti ricevuti direttamente dagli organizzatori veniva retrocesso “sotto forma di consulenza” agli stessi promoter mediante “fatture oggettivamente false”. Oltre alle società, sono indagati i loro vertici: Roberto De Luca e Antonella Lodi di Live Nation, l’ex amministratore delegato di Vivo Corrado Rizzotto, Domenico D’Alessandro di Di and Gi, Charles Stephen Roest e Kaur Rashvinder Dhoot di Viagogo. Tra gli aspetti venuti a galla, Viagogo – secondo i pm – divulgava “false informazioni al pubblico relative alla disponibilità dei biglietti, inducendo così gli utenti ad acquistarli a un prezzo estremamente più elevato”. Agli indagati, dei quali con ogni probabilità nei prossimi giorni sarà chiesto il rinvio a giudizio, vengono contestati i reati di truffa a Stato e Siae, oltre che di aggiotaggio. Sono invece state abbandonate le ipotesi iniziali di associazione a delinquere e di truffa verso i consumatori.

Le pratiche sotto accusa sarebbero iniziate nel 2011 e proseguite fino ai mesi scorsi, coinvolgendo oltre ai live dei Coldplay anche altri concerti di grido, come quelli di Vasco Rossi. In particolare la procura contesta una truffa da 150mila euro ai danni della Siae, per il minore introito di diritti d’autore. E una truffa allo Stato da 1,4 milioni di euro, come conseguenza del reato di aggiotaggio. Ed è proprio questo uno degli aspetti più particolari dell’inchiesta, visto che come sottolinea il Corriere, l’aggiotaggio è un rialzo e ribasso fraudolento di prezzi che di solito viene contestato per le azioni delle società quotate in borsa, non per merci come i biglietti di un concerto. Le strategie illecite – secondo Repubblica – hanno consentito a Live Nation di ottenere sul mercato secondario ricavi per 1,2 milioni di euro e a Vivo guadagni per 222mila euro, grazie a biglietti venduti per 798mila. La chiusura delle indagini ha anche chiarito che, a differenza di quanto riportato da alcuni quotidiani all’indomani dell’avvio delle indagini, non era stata la manager di Live Nation Antonella Lodi a denunciare alle Iene, ripresa di spalle, gli accordi tra la sua società e Viagogo.

La procura, nella cessione di biglietti ai siti di bagarinaggio, avrebbe potuto contestare con ogni probabilità anche la violazione dell’accordo di esclusiva esistente tra i promoter e TicketOne, che fino al prossimo 31 luglio è l’unico operatore a poter vendere online i tagliandi. Ma TicketOne, alla vigilia della ridefinizione degli accordi con gli organizzatori di live, non ha mai presentato alcuna querela. Anzi, è stata essa stessa colpita da una da un milione di euro per volere dell’Antitrust, che ha giudicato TicketOne responsabile di non avere messo in pratica misure volte a evitare l’acquisto automatizzato di biglietti da parte dei software ticket bots. Sulla sanzione pende ora un ricorso al Tar. Questo non è l’unico fronte aperto, oltre a quello penale. Siae ha infatti ottenuto due ordinanze del tribunale civile di Roma, che ha vietato in via cautelare la vendita sui siti di secondary ticketing prima dei biglietti dei Coldplay per i concerti di San Siro di inizio luglio e in seguito di quelli degli U2 che suoneranno a Roma a metà mese.

@gigi_gno