Cultura

Ulver, lupi norvegesi in concerto a Parma nel labirinto più grande del mondo

Conoscete il Labirinto della Masone? È un luogo incantato posto nei pressi di Fontanellato, in provincia di Parma. Si estende per sette ettari e comprende un labirinto costituito da bambù di specie diverse, il più grande al mondo di questo genere. Offre inoltre spazi in grado di ospitare la collezione d‘arte di Franco Maria Ricci e la sua casa editrice, ma anche mostre temporanee, conferenze, presentazioni, un ristorante, una caffetteria/gastronomia e infine dei concerti. Abbiamo non a caso lasciato per ultimi i live, poiché proprio sabato scorso (3 giugno 2017) si è tenuta l’esibizione degli Ulver. Dopo Air e Sun o))), la sontuosa location è tornata a ospitare un progetto musicale che travalica i confini di genere, restituendo al folto pubblico presente un altro ricordo destinato a rimanere scolpito nella memoria. Per inciso, i tre concerti sopracitati sono stati organizzati da LiveAlivE di Alessandro Albertini. Poco prima del concerto, abbiamo incontrato Kristoffer “Garm” Rygg, voce e anima degli Ulver. Sentite che cosa ci ha detto.

La cifra stilistica degli Ulver è in continuo mutamento. Con questo album a che punto del percorso ritieni di essere arrivato?
Siamo in una specie di crisi di mezz’età – scherzo, dice – ma come in ogni scherzo c’è un fondo di verità. Quello che si può dire è che abbiamo cercato di realizzare qualcosa da cui in passato eravamo spaventati, affrontandolo da una prospettiva filtrata dai nostri ricordi. Una visione personale del periodo musicale tra gli anni 80 e gli anni 90.

Te l’hanno chiesto tutti, ma voglio farlo anch’io. È possibile affermare che alcuni passaggi del nuovo album siano marcatamente pop?
Sicuramente è presente l’influenza pop, ma ci sono anche altre influenze che ci portiamo dietro da sempre. In fondo siamo gli Ulver, e per quanto possiamo impegnarci a suonare pop non è puro pop. Anche quando parliamo di un album pop sappiamo che rimarrà sempre una sorta di aura più oscura, quasi una nostra firma.

Potrebbe essere questo un passo verso un’evoluzione mainstream oppure è soltanto l’ennesima sperimentazione del vostro percorso?
Bella domanda. Non è una vera e propria evoluzione verso il mainstream ma un esperimento in una direzione diversa, verso una forma di musica più immediata, proprio in questo senso per noi è stata sperimentale.

Un esperimento, oserei dire, più che riuscito!
Stando ai numeri dello streaming, come Spotify, questo tipo di musica si diffonde più velocemente. Quindi in questo senso, come dici tu, è stato un esperimento di successo, perché è musica più facile da ascoltare.

Facendo sempre riferimento al tuo percorso, guardandoti indietro, ritieni di aver fatto esattamente ciò che volevi?
All’inizio del mio percorso non avrei mai immaginato di arrivare a questo punto, nemmeno dopo i primi dischi. È stato solo una decina di anni fa che ho preso consapevolezza di quello che stavo facendo e che ho iniziato a pensarlo come un lavoro. E ormai sono troppo vecchio per fare qualsiasi altra cosa (ride), quindi andrò avanti a suonare.

C’è qualcosa che vorresti dire ai fan che si sono avvicinati agli Ulver solamente con gli ultimi lavori?
Che cosa posso dire? Beh, grazie.

Aspetta, la domanda era strettamente vincolata a un’altra: “C’è qualcosa che vorresti dire invece ai fan che avete perso per strada proprio grazie al nuovo corso?”
(Si accende) Mi dispiace, ma almeno hanno alcuni buoni dischi da ascoltare (ride). Penso sia strano lamentarsi, perché abbiamo suonato metal per qualche anno, ma abbiamo anche suonato diversi tipi di musica e siamo cambiati. Quindi è strano aspettarsi che una band suoni sempre lo stesso tipo di musica senza evolversi.

La crescita (o il suo contrario) è inesorabile soltanto se avviene mediante cambiamenti. Non credi?
Sono fiero di quello che abbiamo fatto in passato, ma vedo il nostro cambiamento in modo positivo e naturale. Suonare lo stesso tipo di musica solo per far contenta una determinata parte di pubblico, quello sì, sarebbe commerciale e non sarebbe per niente naturale.

Ma Daniel O’Sullivan (membro di lunga data della band) è da considerare ancora a tutti gli effetti parte degli Ulver, oppure adesso possiamo considerarlo un collaboratore esterno? Qual è stato il contributo compositivo da lui offerto in questo album?
Daniel è sempre parte della nostra famiglia, del nostro collettivo. A seconda dei progetti cambiano le persone coinvolte. Siccome lui abita a Londra, è stata soprattutto la distanza geografica a far sì che a questo ultimo album collaborassero soprattutto i membri che vivono a Oslo. Il suo contributo nell’album sono stati soprattutto i due brani alla chitarra, ma è un amico, una parte della famiglia e so che posso sempre contare su di lui.

Suonerete in una location suggestiva e non convenzionale. Quali sono le tue aspettative? Ma soprattutto, il pubblico che cosa deve aspettarsi?
La principale novità di questo show è il nuovo album, la scaletta sarà particolarmente incentrata su questo, ma sarà particolare anche per le varie macchine (laser ndr) che impiegheremo.

Provate ora a immaginare un live in un posto così. Diciamo la verità, la location – di per sé – vale mezzo concerto, sebbene poi Garm e soci, inseriti in tale contesto, si siano regalati all’ennesima potenza; tra luci e raggi laser di grande impatto scenografico, è stato presentato per intero The Assassination of Julius Caesar, l’ultimo disco prodotto. Da citare che l’opening act della serata è stato magistralmente eseguito da Stian Westerhus, chitarrista norvegese.

Foto di Stefano Zerbini

 

Siete fortemente connessi con Parma, questa è la terza volta che vi suonate. Esiste un motivo particolare?
Ovviamente il cibo, non vedevo l’ora di venire qui per mangiare bene (ride). A parte questo, c’è un legame molto forte con Parma, grazie al nostro promoter Alessandro (Albertini ndr) abbiamo suonato al Regio (nel 2011 e 2013), una location che non conoscevamo e a cui non eravamo abituati, ma che ci ha sorpreso positivamente e che ci ha dato tanto entusiasmo, mi ricordo quei concerti come “catartici”. Inoltre, sono stati un modo per far cambiare idea a chi all’inizio, prima del concerto, era un po’scettico su di noi.

L’anno scorso anche i Sunn o))) hanno suonato al Labirinto. Devi sapere che ancora oggi le persone non smettono di parlare di quel concerto.
Siamo molto amici dei Sunn o))) e quindi abbiamo ovviamente sentito parlare dell’evento. Questo ci mette un po’di pressione addosso, ma ce la metteremo tutta per fare un grande concerto in questa location estremamente particolare.

Caro Kristoffer, gli artisti che passano su questa pagina non se ne vanno se prima non lasciano il loro testamento musicale di 9 canzoni 9. Vorresti lasciarci le tue? Oddio, così su due piedi è difficile. Fammi aprire il computer e vediamo.

(Apres Spotify, nel giro di qualche minuto compone le sue nove canzoni, e saluta tutti).

* Si ringraziano Alessandro Albertini, Orsola Bontempi, Maurizio Rizzo e Andrea Scarfone per la preziosa collaborazione ai fini dell’intervista

9 canzoni 9 … scelte da Kristoffer Rygg degli Ulver

Lato A

The Four Horsemen • Aphrodite’s Child

Wucan • Black Mountain

Det Som Aldrig Forandras/Diarabi • Goat

Kono Samurai • Yamasuki Singers

Lato B

Holy Are You • The Electric Prunes

Du Dar • Lanberk

Theme de YoYo • Art Ensemble of Chicago

Halleluwah • Can

Just a Song Before I Go • Crosby, Stills and Nash