Politica

L’emergenza sicurezza spiegata al ministro Minniti

«Il lavoro che ho cominciato quattro mesi fa al Viminale può piacere o meno – dice il ministro Marco Minniti, dopo aver dato licenza di sparare ai ladri di notte (contrario Salvini: «Non è abbastanza». Di notte i neri non si vedono) – Ma è figlio di un metodo, di un disegno, e di una certezza. Che sulle questioni della nostra sicurezza, si chiamino emergenza migranti, terrorismo, reati predatori, incolumità e decoro urbano, legittima difesa, non si giocano le prossime elezioni politiche. Ma il futuro e la qualità della nostra democrazia».

Minniti ha ragione: la qualità di una democrazia si misura nella sicurezza che infonde e assicura ai propri cittadini. In Italia la democrazia vacilla perché i cittadini non si sentono al sicuro. Quasi nessuno. Voi vi sentite tranquilli? No, certo, in famiglia e tra amici non si fa che parlare di quanto ci si senta maledettamente insicuri. Dilagano malanni che sono il frutto di questa persistente condizione di insicurezza. Insonnia, spossatezza, reflusso gastroesofageo, ipertensione, attacchi di panico.

Le persone non si sentono al sicuro. Perché non hanno una casa, una continuità di reddito, una pensione, un lavoro, uno stipendio che basti a pagare l’affitto della casa che non hanno, le garanzie per ottenere un mutuo, la possibilità di mantenere i figli agli studi, i soldi per il dentista e per gli esami medici che sono gratis solo se li fai tra sei mesi, quando sarai già guarito o morto, ma vuoi mettere la soddisfazione di morire incolume, senza scritte sui muri e cartacce per terra? Che tra l’altro, se il peso della disoccupazione diventa insostenibile e ti spari in bocca di notte, è legittima difesa.

Quando però il ministro dell’Interno stila la lista delle emergenze che rendono insicura la popolazione non gli viene in mente di considerare la precarietà, l’indigenza, la difficoltà di conciliare il lavoro con la cura della famiglia. Converrebbe avvisarlo che il paese dove la percezione di sicurezza è più forte al mondo è la Norvegia, con un indice di benessere al 97%. La Norvegia, dove i poliziotti girano disarmati.

Quanto all’Italia, dove Matteo Renzi non è mai sceso in piazza per difendere il diritto alla salute, al lavoro o allo studio ma sarà in piazza domenica per pulire le strade di Roma, è diventata una repubblica fondata sul decoro urbano.