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Elezioni Francia, vincono Macron e gli euroinomani

C’era da aspettarselo, in fondo. In Francia hanno vinto il signor Macron, i globalisti, gli euroinomani e, in generale, quell’élite finanziaria che è classe dominante nel rapporto di forza oggi egemonico. L’antifascismo in assenza di fascismo s’è ancora una volta rivelato il fondamento ideologico dell’ultracapitalismo a cui anche le sinistre hanno venduto cuore e cervello. Ha vinto – occorre dirlo – l’ultraliberismo de-eticizzato e sans frontières, il volto più indecoroso della mondializzazione classista capitalistica tutta a detrimento di masse popolari, lavoratrici e disoccupate.

Per opporsi a Marine Le Pen, si è votato direttamente il Capitale. Per lottare contro il manganello fascista ormai inesistente si è votato per mantenere il nuovo manganello – realmente esistente – del mercato assoluto, globalista e desovranizzato. Macron è esponente della classe dominante, di cui è un prodotto in vitro. Gli utili idioti che l’hanno supportato è come se avessero sostenuto un’immane repressione delle classe lavoratrici e delle masse nazionali-popolari odiate dall’aristocrazia finanziaria.

In merito alle elezioni francesi Il Manifesto – avanguardia del mondialismo e della lotta per il capitale – titolava: “Speriamo che non sia femmina”. E si rivelava per quello che è, il giornale di quelli che in nome dell’antifascismo accettano il capitale, ossia il nuovo manganello invisibile dello spread e dell’austerity, dei tagli alla spesa pubblica e della spending review. Accettano esattamente ciò contro cui Marx e Gramsci lottarono per tutta la vita.

Gli sciocchi che hanno appoggiato Macron contro il cosiddetto nazismo della Le Pen farebbero bene ad aprire gli occhi e prendere coscienza del fatto che il solo nazismo oggi esistente è quello dell’Unione Europea e del fiscal compact, del “ce lo chiede il mercato” e dell’austerità depressiva. Hitler non torna con baffetto e svastica: è tornato parlando inglese e condannando tutti i crimini che non siano quelli del mercato, difendendo l’apertura globalista dei confini e la libera circolazione delle merci e delle persone mercificate.

Benvenuti nel tempo del nazismo economico, il nazismo 2.0.