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Usa, “rantoli del condannato a morte dopo l’iniezione del sedativo midazolam”

Kenneth Williams, 38enne afroamericano, è stato ucciso il 27 aprile in Arkansas. Testimoni riferiscono che il detenuto avrebbe sobbalzato "almeno 20 volte, una quindicina in rapida successione". Lo Stato voleva portare a termine 8 condanne a morte in 11 giorni per esaurire le scorte del medicinale in scadenza

Nel 2014 a sconvolgere l’opinione pubblica americana era stato il caso in Oklahoma di Clayton D. Lockett, morto d’infarto nella camera della morte tra le convulsioni, a 43 minuti dalla sedazione. Un tempo interminabile. E ora, in Arkansas, un altro caso di esecuzione capitale dolorosa. Il condannato Kenneth Williams – dichiarato morto alle 23:05 ora locale del 27 aprile (5.05 in Italia) – ha cominciato a rantolare non appena il sedativo midazolam ha cominciato a scorrere nelle sue vene. Il detenuto avrebbe sobbalzato “almeno 20 volte, una quindicina in rapida successione”, ha detto Kelly Kissell dell’Associated Press, emettendo suoni che si potevano sentire anche in una stanza limitrofa nonostante il microfono nella camera della morte fosse stato spento. Kelly, che era alla decima esecuzione, ha detto “di non aver mai visto nulla del genere”. La descrizione della morte del condannato ha provocato la condanna dell’Onu.

Il condannato, in uno degli ultimi ricorsi prima dell’esecuzione, aveva prospettato i suoi timori di andare incontro a una morte dolorosa. La sua è stata una delle quattro esecuzioni alle quali lo stato dell’Arkansas ha dato il via libera: il piano dello Stato era di portarne a termine il doppio nel giro di 11 giorni per finire le scorte di midazolam – l’anestetico che è il primo medicinale ad essere somministrato durante l’esecuzione – che scadono domenica. Per altri quattro detenuti, però, le corti hanno bloccato l’iniezione letale ed è improbabile che vengano messi a morte nel breve periodo.

L’esecuzione di Williams e quella degli altri tre detenuti messi a morte questa settimana hanno provocato la condanna dell’Onu: a Ginevra l’ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani si è dato “profondamente preoccupato” e osservato che il calendario accelerato sulla base della imminente scadenza del sedativo usato “ha aggiunto all’arbitrarietà e la crudeltà dell’intero processo”.

I rantoli di Williams sul lettino dell’iniezione letale hanno provocato condanne anche negli Usa: l’Aclu (American Civil Liberties Union), ha chiesto agli Stati che ancora applicano l’iniezione letale di mandare in pensione il midazolam: “Nella fretta di usare le scorte in frigorifero l’Arkansas ha sottoposto un condannato a morte a una punizione inusuale e crudele”. Rita Sklar, direttore esecutivo della Aclu dell’Arkansas ha chiesto un’inchiesta per capire se “Williams sia stato torturato dallo Stato“, come espressamente proibito dall’ottavo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, secondo cui non si può fare ricorso a punizioni crudeli ed inusuali. Uno degli avvocati di Williams ha definito “orripilante l’esecuzione”. Impassibile il governatore dell’Arkansas Asa Hutchinson, che aveva ordinato le otto esecuzioni entro la fine di aprile: le convulsioni sono state a suo avviso “una reazione muscolare involontaria”.