Politica

La sinistra difende gli agnelli per non difendere i lavoratori

Come sapeva Carlo Marx, la storia è spazio aperto di farse oltre che di tragedie. La sinistra – che è oggi lontana da Marx come il pianeta Terra da Plutone – ne è un insuperato e insuperabile esempio.

Definisco sinistra, nel quadro post-1989, il più o meno coerentizzato sistema delle opinioni e delle pratiche discorsive tese a difendere il capitale contro il lavoro, l’élite contro il popolo: l’esatto contrario, dunque, di ciò in nome di cui combatterono Marx e Gramsci. Che, in questo orizzonte, possono definirsi le due persone meno di sinistra dell’intera storia universale. Anche se ciò è difficile da far capire ai militonti boldrinian-vendoliani e agli altri tragicomici esponenti della sinistra serva del capitale, stuolo policromo di utili idioti del Signore contro il Servo, dell’élite contro il popolo.

Il capitale oggi è culturalmente di sinistra, perché la Destra del Denaro trova nella Sinistra del Costume la propria “superstruttura” (Gramsci) ideale: elogio della privatizzazione, del competitivismo, dell’immigrazione di massa, della desindacalizzazione, della desovranizzazione, del mondialismo senza frontiere, ecc. Tutto questo è genericamente chiamato “progresso” e osannato come tale.

Alla stupidità – come al capitale – non v’è limite. In ciò sta anche l’ipocrisia di una sinistra boldriniana venduta al capitale che, pur di non difendere i lavoratori, si è messa a difendere gli agnelli. Se fossero ancora operativi, difenderebbero ovviamente anche gli Agnelli. È questa l’ultima trovata della Pasqua 2017, il tutto condito in salsa boldriniana (e berlusconiana). Dalle lotte operaie alle lotte vegane, ecco la ridicolaggine della nuova sinistra ancella del capitale. Ecco la volgare e patetica ridefinione ultracapitalista e postproletaria di una sinistra che, per abbandonare la lotta verticale tra Servo e Signore (l’unica, per incidens, che tocchi i reali rapporti di forza), abbraccia le lotte gay, vegane e, in generale, tutte le battaglie che nemmeno sfiorano la concretezza del nesso di forza economico chiamato capitalismo. Vi è di che meditare, per chi ancora ne abbia il coraggio.