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Conti pubblici, Fmi migliora stime su pil e deficit italiano. Ma le previsioni sono peggiori di quelle del governo

L'istituzione di Washington ha rivisto al rialzo da +0,7 a +0,8% il dato sulla crescita 2017, che resta comunque il dato più basso di tutte le economie avanzate. Il deficit/pil dovrebbe attestarsi al 2,4% quest'anno e all'1,4% il prossimo, contro il +2,1 e il +1,2 previsti rispettivamente nel Documento di economia e finanza

Il Fondo Monetario Internazionale migliora le previsioni sull’Italia, ma le stime restano peggiori rispetto a quelle contenute nel Documento di economia e finanza del governo Gentiloni. L’istituzione di Washington nel suo World Economic Outlook ha rivisto al rialzo da +0,7 a +0,8% il dato sulla crescita del pil nel 2017 confermando invece il +0,8% del 2018. Palazzo Chigi e il Tesoro scommettono invece rispettivamente su un +1,1 e un +1%. Il dato italiano è comunque nettamente il più basso fra quelli delle economie avanzate ed è la metà rispetto alla media dell’area euro: la Germania è vista in crescita dell’1,6%, la Francia dell’1,4%, la Spagna del 2,6%. Forte la revisione al rialzo per il pil 2017 del Giappone (+0,4 punti, all’1,2%) e del Regno Unito (+0,5 punti, al 2%). Confermato invece il +2,3% degli Usa e il +1,9% del Canada.

Il deficit italiano si attesterà poi secondo l’Fmi al 2,4% del pil nel 2017, per poi scendere all’1,4% nel 2018. In ottobre il Fondo aveva previsto un deficit al 2,2% e dell’1,3% nel 2018. Le stime sono comunque superiori rispetto a quelle contenute nel Def, dove è stimato un deficit al 2,1% quest’anno e all’1,2% nel 2018. Il pareggio di bilancio secondo l’istituzione di Washington sarà raggiunto solo nel 2022, mentre il documento di Palazzo Chigi lo fissa al 2019.

Il debito pubblico invece è dato ancora sopra il 130% ma in miglioramento. Dopo il 132,6% del 2016, il Fmi lo prevede al 132,8% del pil nel 2017 e al 131,6% nel 2018, in deciso calo rispetto alle stime di ottobre, quando aveva previsto un debito al 133,4% per quest’anno e al 132% nel 2018. Nonostante il miglioramento, le stime restano superiori di qualche decimale rispetto a quelle contenute nel Def, dove è previsto un debito al 132,5% nel 2017 e al 131,0% nel 2018. Un ausilio al calo del debito dovrebbe comunque arrivare dalla ripresa dell’inflazione, considerato che dopo il calo di 0,1% della media 2016 il costo della vita dovrebbe mostrare un aumento di 1,3% sia quest’anno sia il prossimo.