Calcio

Ten Talking Points, il Milan gode ma il pareggio nel derby è utile come un editoriale di Cerasa su Scanu

Bacca mi indigna sempre più. Si muove meno di Nicoletta Braschi ne La tigre e la neve. Deulofeu è forte, ma sotto porta si ispira un po’ troppo a Onan. La vera istantanea del derby è dopo il gol di Zapata (?): Medel che chiede l’orario a Orsato

Bentornati a Ten Talking Points, l’unica rubrica che dopo l’errore di Bacca al primo minuto ha acceso la Harley e se n’è andata, perché tanto a quel punto la vittoria di Gad Lerner era certa. Altre considerazioni.

1. Invece Gad Lerner non ha vinto. Decisivo il palo al 74’ di Severgnini. Fa bene la Juve a paragonare l’andamento della partita con il recente JuveMilan (anche se i rossoneri non hanno segnato con un rigore dubbio), fa bene l’Inter a essere invelenita per il pareggio al 97’ (anche se all’andata fu lei a pareggiare in extremis), fa bene il Milan a godere come un riccio (anche se questo pareggio è utile come un editoriale di Cerasa sulla discografia di Scanu).

2. Il Milan ha dominato la prima mezzora e poteva farne almeno due. Deulofeu è forte, ma sotto porta si ispira un po’ troppo a Onan. Ci ha pensato poi De Sciglio ad aprire le porte alla milizia di Pioli. A tal proposito, una settimana fa, nel raccontarvi i miracoli di Suso vi avevo anticipato l’andamento esatto del derby: “In verità vi dico, sabato con l’Inter qualcuno mi tradirà. E quasi sicuramente sarà quel citrullo di De Sciglio”. Appunto.

2 bis. Il pareggio fa malissimo all’Inter, che sul 2-0 (e pure sul 2-1) ha più volte sprecato il colpo del ko. Sanguinosi gli errori di Perisic, Eder e Biabiany.

2 ter. Orsato ha portato da cinque a sette i minuti di recupero. Lo ha comunicato in corso d’opera e poteva farlo. Sostituzioni, tempi morti, fallo su Locatelli, fall(acci)o di Locatelli. A rendere obbligatorio il recupero ulteriore è stata più che altro la macarena di Medel con Nagatomo al 93’, che ha generato una standing ovation di dodici ore.

3. Anche quando non è interamente acceso, Suso genera comunque grazia. Entrambi i gol vengono da sue pennellate (il primo addirittura di destro). Gli interisti dovrebbero prendersela più che altro con il calcio d’angolo finale, che Suso ha battuto da posizione irregolare. L’ho fatto presente al telefono a Orsato: “Perché non l’hai fatto ribattere?”. Mi ha risposto così: “Scanzi, prima di tutto non rompermi i coglioni”. Orsato ha un caratteraccio. “Quel calcio d’angolo lo ha battuto Suso e Lui tutto può. Dovresti saperlo: tutto in Lui è Lecito, giacché Egli dà del tu all’Illecito”. Non ci ho capito una mazza, ma il discorso mi è comunque parso filare.

4. Bacca mi indigna sempre più. Si muove meno di Nicoletta Braschi ne La tigre e la neve, esulta (poco, ultimamente) con la teatralità di Brosio a Medjugorje e ha l’utilità tattica di un tergicristalli nel deserto. Se fossi in Lapadula sarei depresso parecchio: essere la riserva di questo Bacca è persino peggio che essere la brutta copia di Renzi. Cioè Nardella.

5. Vorrei ricordare a Inter&Milan che in palio non c’era lo scudetto o la finale di Champions League, ma il sesto posto. Ovvero la posizione più sfigata del mondo, perché ti tocca sputtanare la preparazione (chiedete al Sassuolo) per fare quella sbroscia moscia dei preliminari per l’Europa League. Auguri.

6. Sulla Juve non ci sono più parole. Così, a occhio, il triplete può essere impedito solo da Simeone (padre) o da Cristiano Ronaldo. Un minuto di silenzio per quelli che “la Roma e il Napoli hanno chance”: sì, per il secondo posto.

7. Secondo posto che il Napoli ha ora a soli due punti. Quanto gioca bene la squadra del Che Gue Sarri. Di contro c’è una Roma puntualmente implodente, anche se questa Atalanta fa paura a tutti e merita il quinto (o quarto) posto.

8. D’accordo, Mazzoleni ha sbagliato tutto, ma questa propensione all’incompiutezza della Fiorentina è ormai una delle poche certezze della vita. Oltretutto l’Empoli non vinceva dai tempi dello Statuto Albertino. Mah.

9. La fugace esperienza di Mandorlini al Genoa mi ha ricordato quella di Staino all’Unità. Però più trionfale.

10. La vera istantanea del derby è questa. Dopo il gol di Zapata (?), Medel chiede l’orario a Orsato. Orsato gli domanda perché, Medel replica: “Alle 15 ho il burraco con Pucci e Vecchioni”. A quel punto Orsato gli mostra l’orologio (bruttino, peraltro. Una roba tipo i Casio in plastica degli anni Ottanta). Ed è qui che Medel sorride teatralmente e fa un’espressione assurda, un po’ Picierno quando Gozi gli cita Heisenberg e un po’ Madia quando le ricordano che è davvero ministro. Riguardate la scena: è davvero leggenda inesausta. Medel Campione del mondo. Agile, in scioltezza e fischiettando La vie en rose.