Società

Farmaci, l’eterno dilemma: specifici o generici?

La farmaceutica ha costi enormi per il sistema sanitario, occorre quindi avere il prezzo migliore a parità di equivalenza terapeutica per il cittadino-paziente.
Da tempo esprimo dubbi sulla bioequivalenza dei generici. Proprio in questi giorni l’Unione europea ha sospeso 300 prodotti generici per inaffidabilitàDa tempo scrivo che occorrerebbe proporre la commercializzazione di farmaci “specifici con costi intermedi fra brand e generici con il controllo del ministero che deve pagarli. Nello stesso tempo il sistema sanitario potrebbe provvedere alla consegna gratuita presso il domicilio del paziente di tali farmaci con una netta riduzione di spesa, almeno del 30%. Almeno per le terapie croniche.

Tale cifra si rileva in modo semplice potendo già da tempo ordinare e ricevere a domicilio i prodotti da banco, ad esempio le lacrime artificiali, dagli e-commerce delle aziende produttrici proprio con un risparmio del 30% con spese di spedizione incluse. Probabilmente la lobby dei farmacisti, che ben si guarda dal facilitare tali acquisti e risparmi, non gioisce di questa iniziativa. Nemmeno le aziende farmaceutiche lo pubblicizzano per non fare uno “sgarro” ai loro venditori principali. Purtroppo nemmeno i medici aiutano il risparmio del paziente e della collettività.

Per esempio, una delle lacrime artificiali migliori ha un mercato online in Italia non superiore al 5 per cento con un risparmio di sei euro a boccetta. Certo soldi dei cittadini, visto che non sono mutuabili, ma con ovvia ricaduta sociale.

Forse uno spiraglio si è aperto in questi giorni con la decisione del ministero di autorizzare la possibilità di acquistare online non solo i prodotti da banco. Naturalmente solo prodotti non commercializzati in Italia sotto il controllo del medico e con prescrizione.

Argomento a parte è rappresentato dalle perdite economiche enormi per farmaci brand con equivalenza terapeutica come il caso Avastin-Lucentis ancora irrisolto che fa spendere al cittadino italiano circa 500 milioni di euro all’anno inutilmente.

La lobby dei farmacisti finora ha avuto la meglio in associazione con la lobby delle aziende farmaceutiche. Quando la “lobby” dei cittadini riuscirà ad imporsi?