Hanno risposto alle nostre domande Davide Iannello, Presidente dell’ASD co-HOP, e Andrea Gasparetti, Manager e Mental Coach per co-HOP:
Come nasce la vostra associazione?
Iannello: Co-HOP nasce a Maggio 2015 come canale streaming e diventando nell’Ottobre successivo un’associazione. L’idea è sempre stata quella, una volta fondata l’associazione, di concentrarsi sugli eventi live e online dedicati agli E-Sports del momento cercando di fidelizzare il più possibile l’utenza offrendo sempre nuovi contenuti e cercando
di rendere il più partecipe possibile chi ci segue oramai da tempo. Nei mesi successivi, è stata presa la decisione di aprire la sezione competitiva dell’associazione fondando così diversi teams e Academy.
Quanti team e player giocano per voi?
I: Al momento l’associazione conta un totale di quattro team per i seguenti giochi: League of Legends, Hearthstone, Overwatch e FIFA. La nostra sezione competitiva al momento conta un totale di circa trenta giocatori.
Partecipare a Lega Prima ha aiutato la crescita dei vostri ragazzi?
Gasparetti: Assolutamente sì, poter giocare contro team di un certo calibro fa solo bene ai ragazzi per mantenere alto il livello di pressione attentiva che è difficile ritrovare in allenamento ed aumentare l’esperienza di gioco contro i propri diretti avversari.
Com’è organizzato il lavoro del vostro team di LoL che partecipa a Lega Prima? Com’è composto lo staff?
G: Grazie al mio know-how nel campo della pallavolo e del nuoto, ho portato una mentalità di lavoro sistematica e mirata a far crescere i ragazzi in ogni loro area di competenza, in primis la
componente mentale. Lo staff è composto dal Coach, il Mental Coach e il Manager, ma stiamo cercando un buon Analyst per alleggerire la mole di lavoro del Coach.
Dove si allenano i ragazzi?
G: Purtroppo, per ora, solamente online non avendo risorse per mandarli ad un bootcamp o in una gaming house per migliorare il loro team play e l’affiatamento, ma ci siamo impegnati per
garantirgli virtualmente lo stesso standard.
Cosa pensate manchi ancora al movimento italiano degli sport elettronici per effettuare il “salto di qualità” /”esplosione” di cui si parla?
I: Credo che sicuramente c’è ancora molto su cui lavorare e bisogna fare tutto il possibile per far conoscere questa realtà attraverso anche i mezzi di comunicazione di massa.
Siamo sulla buona strana e qualcosa sta già incominciando a muoversi, speriamo solo che i tempi non si dilunghino troppo e venga data l’opportunità anche al nostro paese di organizzare competizioni importanti come all’estero. Sicuramente la scena esportiva italiana è al momento molto frammentata, e ciò causa spesso discussioni tra i vari enti e le community. La chiave di volta dovrebbe essere quella di cercare di unificare le diverse realtà presenti in tutto il territorio italiano in maniera che gli sponsor e i grossi investitori possano vedere e apprezzare molto di più un metodo di lavoro professionale e genuino.