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Evasione, la relazione annuale: “In media ogni anno mancano all’appello oltre 110 miliardi”

Giovannini: "Nel triennio 2012-4 la propensione all’evasione è salita dal 23,6% al 24,8%. Il sommerso è al 30% nei servizi alle famiglie, 26% nel commercio, pubblici esercizi, 24% costruzioni, 20% nei servizi alle imprese". Alle stelle il dato sull'Irpef del lavoro autonomo arrivato al 59 per cento

Centodieci miliardi l’anno. A tanto ammonterebbe, in media, l’evasione fiscale e contributiva annua in Italia. A snocciolare il dato è stato il presidente della Commissione per la redazione della “Relazione annuale sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva”, Enrico Giovannini, in audizione alla Commissione Bicamerale, illustrando i dati del triennio 2012-2014. Secondo i quali nel 2014 il tax gap, la differenza tra le imposte che si dovrebbero pagare e quelle effettivamente pagate si è allargato a 111,6 miliardi di euro da 108 miliardi del 2012 e in termini percentuali è compreso tra il 20 e il 30%. Quindi nel triennio la propensione all’evasione è salita dal 23,6% al 24,8%, ha aggiunto Giovannini, sottolineando che “i settori dove maggiore è l’evasione quelli a più bassa crescita di produttività”: il sommerso è al 30% nei servizi alle famiglie, 26% nel commercio, pubblici esercizi, 24% costruzioni, 20% nei servizi alle imprese.  Caso a sè il tax gap per l’Irpef del lavoro autonomo e d’impresa: che nel 2014 si attesta al 59% (57% la media del triennio), mentre per il lavoro dipendente è al 4% e per l’Iva al 30%.

L’ex numero uno dell’Istat ha quindi ricordato che “l’Italia soffre di un problema di crescita della produttività da molti anni ed è evidente che nel momento in cui una impresa riesce ad andare avanti semplicemente attraverso l’evasione, ha molti meno incentivi a trovare una struttura più efficiente, ad investire, innovare, quindi l’evasione ha un ruolo molto importante in un generale grado di arretratezza del sistema economico”. Secondo Giovannini “nell’attività di contrasto all’evasione viene fatto tantissimo ma ci sono anche dei limiti fisici dovuti alle risorse disponibili”. Circa 200mila soggetti sono verificati annualmente rispetto a quattro milioni di imprese e ciò “mostra che c’è un limite fisico alla possibilità di indagini in loco”. L’ex ministro del Lavoro ha quindi spiegato che “la nuova agenzia per le attività ispettive ha messo insieme la parte Inps, Inail e Ministero del Lavoro” e inoltre “ci sono molti altri soggetti che fanno ispezione, è c’è dunque una possibilità di aumentare ulteriormente la efficienza nell’integrazione delle banchi dati tra soggetti non statali e soggetti statali che potrebbe aiutare a fare una migliore attività di contrasto” all’evasione.