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Cinema

Gennaro Nunziante, lezioni di cinema del regista di Checco Zalone: “Gomorra? Spiace che il mio paese venga raccontato solo e sempre così”

Di fronte a una platea di studenti e appassionati lo sceneggiatore e regista dei film di Checco Zalone, che con soli quattro titoli in nemmeno dieci anni ha racimolato la cifra record di oltre 160 milioni di euro al botteghino, ha illustrato i segreti, i significati e gli intenti di una comicità nata all’insegna del regionalismo e finita per conquistare l’Italia intera. Tra citazioni dotte, riferimenti ad Andreotti e Gomorra, all’eutanasia e ai dogmi progressisti rivela che Cado dalle nubi fu ispirato a Ricomincio da tre di Massimo Troisi

“Io, fondamentalmente, ho sempre fatto cazzate e mi sono sempre divertito a farle”. Gennaro Nunziante apre così la sua lezione di cinema organizzata dal Festival YoungAbout 2017, e ospitata dal Dams di Bologna. Di fronte a una platea di studenti e appassionati di cinema lo sceneggiatore e regista dei film di Checco Zalone, che con soli quattro titoli in nemmeno dieci anni ha racimolato la cifra record  di oltre 160 milioni di euro al botteghino, ha illustrato i segreti, i significati e gli intenti di una comicità nata all’insegna del regionalismo e finita per conquistare l’Italia intera. Tra citazioni dotte, riferimenti ad Andreotti e Gomorra, all’eutanasia e ai dogmi progressisti che hanno bloccato il cinema italiano per decenni, fino alla difesa “patriottica” di Berlusconi, Nunziante ha ripercorso le tappe di un cinema che per avere successo “non deve fare la morale allo spettatore”. Ne riportiamo alcuni stralci significativi.

“Per fare cazzate bisogna studiare molto”
Il 53enne regista barese ha sgomberato subito il campo da ogni equivoco: “Le cazzate hanno bisogno di grande profondità e devono essere legate ad un percorso di vita”. Poi rivolto agli studenti: “Vi auguro di mettere a frutto le vostre esperienze personali e non quelle degli altri, perché il successo sta qui. Io non ho voluto mai raccontare altro che il mio mondo, il mio modo di vedere le cose, di averle capite. Non ho mai pensato di fare film pulp perché li faceva Tarantino, o film alla Moccia perché andavano di moda quelli per adolescenti, ma quello che piace a me. E a me piace raccontare, all’interno della nostra tradizione della commedia, il reale. E il reale nasconde cose belle: non così divisive come sono rappresentate dai film d’autore in Italia con i buoni da una parte e i cattivi dall’altra. Perché non è così: in ognuno di noi c’è uno stronzo”.