Cronaca

Taxi ancora in sciopero, cortei a Roma e Napoli. Proposta del governo scontenta anche Uber: “Molto deludente”

Anche l’ultimo tentativo, con il tavolo voluto martedì dal ministro Graziano Delrio, non è servito a evitare il fermo delle auto bianche. Alcune sigle però non partecipano e il leader di Uritaxi denuncia: "Ci sono pochi tassisti in giro perché hanno paura di chi sciopera"

I tassisti sono di nuovo in sciopero, dalle 8 alle 22. Anche l’ultimo tentativo per trovare un accordo, con il tavolo voluto martedì dal ministro Graziano Delrio, non è servito a sbloccare la vertenza. In realtà alcune sigle, come Uritaxi e gli aderenti a Legacoop, hanno ribadito che non parteciperanno. Dal Colosseo intanto è partito il corteo dei tassisti in sciopero che arriverà in piazza Madonna di Loreto, dove si terrà un’assemblea nella quale i sindacati comunicheranno le ultime novità apprese durante la riunione, in cui il governo, come concordato a febbraio, ha presentato una bozza di decreto con le misure contro l’esercizio abusivo dell’attività di noleggio con conducente e del servizio taxi.

Una proposta che non ha soddisfatto i tassisti, ma è considerata irricevibile anche da Uber. L’azienda l’ha definita “molto deludente, perché non guarda al futuro ma limita ulteriormente il mercato confondendo le regole e riuscendo a non accontentare alcuna delle parti coinvolte”. “Una vera riforma – prosegue il commento – dovrebbe aprire a nuove soluzioni di mobilità per i consumatori, anche a basso costo, mentre questa proposta fa esattamente l’opposto e rischia di lasciare senza lavoro decine di migliaia di professionisti del noleggio con conducente”.

Oltre a Roma, anche a Milano in Stazione Centrale è stato organizzato un presidio. In piazza Luigi di Savoia i conducenti sono riuniti in assemblea sotto una bandiera tricolore con la scritta: “Governo abusivo spacciatore di abusivi”. Dalle 10 sono in corteo pure i tassisti di Napoli: circa 600 sono partiti da Porta Capuana diretti alla sede della Prefettura in Piazza Plebiscito. Alla testa una ventina di auto seguite dai manifestanti a piedi. Un presidio di circa 300 taxi è invece in corso in piazza Castello, a Torino, davanti alla sede della giunta regionale e della Prefettura: resteranno parcheggiati fino alle 22.

“Ci sono poche auto in giro anche perché i tassisti hanno paura di ritorsioni da parte di chi sta facendo lo sciopero”, sostiene Loreno Bittarelli, leader di Uritaxi, uno dei sindacati che ha deciso di non aderire allo sciopero. “Una adesione quasi totale dimostra che alcuni rappresentanti sindacali, oltre a non partecipare al fermo nazionale, cercano di delegittimare le sacrosante richieste dei giornalisti e di fatto non rappresentano più nessuno se non gli interessi di enti economici”, ha replicato da Piazza Venezia Alessandro Atzeni della Uil.

La proposta presentata dal ministero dei trasporti, con una regolamentazione su ncc e auto bianche, non è bastata dunque a scongiurare il nuovo stop. Le associazioni si sono prese dieci giorni per presentare le osservazioni sulla bozza e si sono divise sullo sciopero. Cgil, Cisl e Uil – e altre quattro sigle – hanno aderito, come annunciato. Le altre invece hanno detto di voler “seguire la strada del dialogo e vedere dove ci porta”. La decisione di incrociare le braccia era stata annunciata il 13 marzo scorso dal ‘parlamentino’ dei taxi.

Stando al testo, nei comuni in cui è istituito il servizio taxi in assenza di prenotazione non sarà consentita agli Ncc “la sosta su strada”: dovranno rimanere in autorimessa, come da sempre chiedono i tassisti. I cinque articoli non sono però ritenuti sufficienti dai conducenti delle auto bianche, sulle barricate da quando il decreto Milleproroghe ha rinviato ancora una volta l’approvazione delle norme cosiddette “anti Uber. “Le organizzazioni sindacali del settore taxi, pur valutando positivamente lo sforzo dei ministeri, non ritengono sufficiente, al momento, il risultato raggiunto”, hanno fatto sapere Ugl, Uil, Usb, Unica Cgil, Cisl Fit, Fast Confsal e Federtaxi Cisal al termine dell’incontro al ministero dei Trasporti con il viceministro Riccardo Nencini. Che ha detto che in ogni caso il testo è ancora “aperto a modifiche”.

La bozza messa a punto dal dicastero guidato da Delrio e da quello dello Sviluppo, atteso dal 2010, “affronta le competenze regionali e comunali in materia, le diverse disposizioni per i due servizi di taxi e noleggio con conducente, e prime regolazioni per l’utilizzo degli strumenti tecnologici”, si legge nella nota finale. Per quanto riguarda la riforma complessiva del settore, si attende l’approvazione del ddl Concorrenza in cui è inserita la delega.