Fatti a motore

Unione Europea, nessun richiamo per la Fiat 500X. Pace fatta tra Italia e Germania

La mediazione della Commissione Europea non ha portato alcuna conseguenza per la versione crossover della 500 con motore 2.0 a gasolio, ritenuto troppo inquinante. Ai tedeschi è bastato l'aggiornamento volontario del software attuato da FCA già dal febbraio 2016. La Commissione, tuttavia, si riserva di intervenire con procedure d'infrazione qualora in futuro se ne creassero i presupposti

Pace fatta tra Germania e Italia sui livelli di emissione della 500X 2.0 diesel, grazie anche alla mediazione della Commissione Europea. Procedura terminata con profitto, come fa sapere in una nota il Ministero dei Trasporti. La decisione fa seguito a quanto stabilito nell’ultima riunione, quella del 2 febbraio scorso, in cui “la Direzione Generale della Motorizzazione aveva inviato una lettera descrivendo l’aggiornamento volontario della calibrazione dei veicoli diesel attivata da parte di Fca dal febbraio 2016, nonostante la conformità delle precedenti calibrazioni”.

In soldoni, i tedeschi hanno rinunciato a chiedere il richiamo delle Fiat 500X (ma anche di Jeep Renegade e Fiat Doblò) equipaggiate col propulsore 2.0 diesel accusato di essere dotato di un “sistema di manipolazione illegale” in grado di riconoscere le condizioni di utilizzo nei test sui rulli e ridurre di conseguenza gli Nox, per poi farli risalire quando la prova fosse finita. Fca si era difesa negando l’esistenza di qualsiasi defeat device del genere.

Le autorità tedesche hanno dunque ritenuto soddisfacente la soluzione prospettata dal costruttore. Ovvero la ricalibrazione volontaria (aggiornamento, se si preferisce) dei suoi diesel Euro 6, predisposta e iniziata già un anno fa nonostante la conformità alle regole esistenti.

Il nodo, dunque, rimane quello. Ovvero che le norme attualmente vigenti sono troppo “lasche”, ed è per questo che dal prossimo settembre verranno introdotti test di omologazione in condizioni più vicine a quelle reali. La Commissione, tuttavia, si riserva “il diritto di decidere, sulla base delle informazioni ricevute, se vi siano ulteriori interventi da adottare”. Come a dire: occhio, perchè quando riterremo che la legislazione Ue non venga applicata correttamente, apriremo procedure d’infrazione.