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Taxi, sciopero nazionale il 23 marzo: ‘Umiliati, il governo non sa dare risposte’

I sindacati che hanno indetto il fermo spiegano: "Palazzo Chigi si nasconde e non dà rassicurazioni sulle decine di emendamenti piovuti sul ddl concorrenza, nel quale è inserita la delega con cui riformare il comparto". L'insoddisfazione sulle promesse alla base dell'intesa trovata con il ministro Delrio dopo gli scontri del 21 febbraio scorso

Proclamato lo sciopero nazionale dei tassisti per il 23 marzo, dalle 8 alle 22. La decisione è stata presa dal ‘parlamentino’ dei taxi, riunito a Roma. “Ancora una volta siamo stati umiliati, il governo non è stato in grado di fornire alcun tipo di risposta a delle semplici domande, nascondendosi dietro la sovranità del parlamento. Sovranità però puntualmente calpestata quando si è trattato di salvare banche, grossi gruppi o interessi particolari”, dichiarano in una nota Fit Cisl taxi, Uil Trasporti taxi, Ugl taxi, Federtaxi Cisal, Usb taxi spiegando le motivazioni del fermo, indetto insieme a Uti, Unica Cgil, Unimpresa.

Un servizio come quello offerto dai tassisti, si legge, “che quotidianamente, tra mille difficoltà, garantisce il diritto essenziale alla mobilità, non può essere abbandonato alle mire speculative di grossi gruppi economici e devastato dall’abusivismo”. “Nonostante la volontà di dialogo già manifestata un anno fa, con la revoca di uno sciopero e la promessa di apertura di un tavolo di confronto mai mantenuta, dopo il colpo di mano notturno fatto in Senato, davanti a una nuova disponibilità relativa alla rivisitazione delle norme che disciplinano il settore – sostengono i sindacati – il governo non può dare rassicurazioni sulle decine di emendamenti piovuti sul ddl concorrenza, nel quale è inserita la delega con cui riformare il comparto”.

I sindacati si riferiscono all’accordo raggiunto con il ministro dei Trasporti Graziano Delrio dopo la giornata di scontri nel cuore di Roma tra tassisti e forze dell’ordine del 21 febbraio scorso. L’intesa era stata trovata sulla base di due decreti, uno per il riordino del settore e l’altro per la lotta all’abusivismo, da approvare entro un mese. La richiesta dei tassisti era l’eliminazione dal decreto Milleproroghe dell’emendamento a firma della senatrice Lanzillotta (Pd) e una proroga al 31 dicembre 2017 del termine per l’emanazione del decreto del Ministero delle infrastrutture contro l’esercizio abusivo del servizio taxi e del servizio di noleggio con conducente. La soluzione trovata, di fatto superando il contenuto dell’emendamento, prevede anche la definizione degli indirizzi generali per l’attività di programmazione e di pianificazione delle regioni, ai fini del rilascio delle autorizzazioni.

Il fermo nazionale è stato proclamato, conclude la nota, “per difendere la dignità di migliaia di operatori, stanchi di vuote e inutili promesse”. Saranno rispettate le fasce di garanzia e durante lo sciopero saranno assicurati i servizi sociali, cioè il trasporto di anziani, portatori di handicap e malati. “È uno sciopero legale ma incomprensibile“, commenta l’Unione nazionale consumatori. “Ci sfuggono le ragioni della protesta, visto che loro, almeno, sono stati ricevuti al ministero, a differenza di chi, come noi, rappresenta gli utenti. Invitiamo, comunque, il ministro dei Trasporti Delrio a convocare tutte le parti interessate alla riforma: taxi, Ncc, servizi tecnologici per la mobilità e associazioni di consumatori”, si legge in un comunicato.