Società

Chiedetemi se battezzerò mio figlio

Ho un bimbo di tre mesi. Mi hanno chiesto più di una volta se lo battezzerò e al mio diniego hanno chiesto spiegazioni. Il punto è che io a mio figlio voglio insegnare l’importanza di essere liberi. Ci sono giorni che anche se li passi in casa ad allattare, da fuori arriva quell’oppressione. Io la sento, la sento tutta, anche se in questo periodo stiamo un po’ nel nostro bozzolo. Come sappiamo bene, il bozzolo non può esistere, l’oppressione arriva anche lì e quello che succede agli altri, un giorno potrebbe accadere anche a noi.

“Ognuno di noi riceve la vita e questo è evidente e pertanto ne siamo dei servitori, dei ministri. Responsabili, intelligenti, ma senza potere mai dominare la vita nostra e tanto più degli altri”, le – per me – crudeli parole di Bagnasco di fronte alla vicenda di un uomo che ha chiesto aiuto perché da tempo voleva smettere di soffrire inutilmente, imprigionato in un corpo morto. Crudele non dargli il diritto di abbandonare quella macchina che è da buttare e su cui non c’è più speranza di guarigione. Lo Stato italiano, a causa dell’oppressione, ancora non si assume le proprie responsabilità di fronte a cittadini che come Fabo, tetraplegico e non vedente da tre anni, non ce la fanno più a soffrire.

Può accadere anche che sei una donna, hai quaranta anni, due bambini, porti la spirale per evitare di averne un terzo eppure rimani incinta. A malincuore scegli di abortire e stai già soffrendo dentro di te quando devi sentirti dire 23 volte “Mi dispiace signora, non effettuiamo la prestazione da lei richiesta”. Hai poco tempo, devi sbrigarti, è un incubo. Non solo può accadere ma accade, è accaduto.

Una donna padovana ha dovuto rivolgersi a buona parte degli ospedali del Veneto – per la precisione 23 – prima di trovare la struttura che praticasse l’interruzione della gravidanza entro i 90 giorni previsti dalla legge 194. Perché nel bigotto Veneto il numero dei medici obiettori raggiunge percentuali altissime.

I medici obiettori e l’oppressione. Accade che la Regione Lazio emetta un bando per garantire presso l’Ospedale San Camillo l’effettivo diritto all’Ivg sancito dalla legge 194. Scoppiano le polemiche e anche il Ministero della Salute trova da ridire.

Mio figlio ha tre mesi e tra meno di tre anni dovremo iniziare a combattere contro l’indottrinamento dell’oppressione. Perché per chi non lo sapesse, l’insegnamento della religione cattolica (IRC) inizia a tre anni, alla scuola materna. Mio figlio tra tre anni dovrà assentarsi per due ore a settimana dalla classe, perché io voglio che sia libero. Se dovesse decidere un giorno di diventare cattolico, sarà una sua scelta. Eppure il mio Stato paga chi impartisce la religione nella scuola. Se la scuola non avesse fondi potrebbero non esserci attività alternative o insegnanti disponibili per i bambini che non si avvalgono dell’IRC. Per un bambino così piccolo non è possibile lasciare l’istituto da solo, perché le ore di IRC non sono messe all’inizio o al termine delle lezioni per cui è molto difficile per genitori che lavorano andare a prendere i figli a metà mattinata o metà pomeriggio e poi riaccompagnarli a scuola. La realtà è che molte scuole scoraggiano qualsiasi alternativa all’IRC.

E ci sarebbe tanto, tanto ancora da dire sull’oppressione. E sul servilismo del nostro Stato. Chiedetemi perché non battezzerò mio figlio.