Capitoli

  1. Sostegno, “così il ministero attua meccanismi perversi per risparmiare. E per mia figlia disabile sarà più dura” – Le storie
  2. "CON LA RIFORMA MIA FIGLIA NON RAGGIUNGEREBBE RISULTATI POSITIVI"
  3. "LA LEGGE DELEGA SUL SOSTEGNO ATTIVA MECCANISMI PERVERSI DI RISPARMIO" 
  4. "IL DISCRIMINE E' TRA CHI VINCE LE SENTENZE E CHI NON HA I MEZZI PER FARE RICORSO"
  5. "CON LE NUOVE COMMISSIONI DI CERTIFICAZIONE FAMIGLIA E SCUOLA SARANNO ALLONTANATE"
Scuola

"CON LA RIFORMA MIA FIGLIA NON RAGGIUNGEREBBE RISULTATI POSITIVI" - 2/5

Le nuove norme sull'inclusione scolastica preoccupano le famiglie: "Assenza di continuità didattica ed eliminazione dei Gruppi di lavoro sull'handicap" dice il padre di una bimba sorda e con emiparesi. "Il vero discrimine - denuncia il padre di un ragazzo autistico - è tra chi vince le sentenze e chi non ha i mezzi per fare ricorso". E poi c'è la mamma di una bambina con la sindrome di down ingaggia battaglie legali (spesso vincendole). La "Rete dei 65 movimenti per il sostegno" ha organizzato per giovedì 23 febbraio un presidio di fronte alla Camera

Queste deleghe segnano un momento drammatico per le persone con disabilità, eliminando i pilastri sui quali si è retta in questi anni la normativa sull’inclusione scolastica”. Giovanni Barin, referente per la Lombardia dell’associazione Genitori Tosti in tutti i posti Onlus, spiega a Ilfattoquotidiano.it che il nuovo sistema di certificazione dei ragazzi con disabilità, che prevede una nuova commissione di valutazione, sancisce la “scomparsa delle famiglie, vergognosamente escluse dalla vita negli istituti dei propri figli e, peggio ancora, dalla definizione delle strategie di inclusione scolastica e sociale. Nonostante la retromarcia annunciata dal ministero dell’Istruzione sull’esame di terza media (prove non differenziate ma equipollenti agli esami, e per chi non le supera un attestato al posto della licenza media) attenui le preoccupazioni di Giovanni, che ha una figlia sorda e con una emiparesi, restano aperte analoghe problematiche diffuse nell’impianto dei decreti delegati. Correggere un errore non basta a evitare di avere studenti di serie b. “Le criticità sono così tante e di tale portata, che il ritorno alle ‘classi H‘, tanto combattute fin dai nostri genitori, è dietro l’angolo, come pure le scuole speciali e il loro business. Un arretramento di decine di anni, lo stravolgimento del senso inclusivo, ‘grazie’ alle deleghe presentate dal Ministro Fedeli“.

“Perché voler escludere le persone con disabilità? Dov’è finito il patto di corresponsabilità con le famiglie? Dove le strategie per il successo formativo dei nostri figli? Verso quale società ci stiamo spingendo? In questo vediamo l’accanimento: sfidiamo chiunque a dimostrare che tale opportunità sia un fattore negativo, che possa danneggiare qualcuno tanto da rendere necessario un cambiamento in senso limitativo. La nostra associazione, che aderisce alla Rete dei 65 movimenti per il sostegno, chiede il ritiro delle deleghe, inemendabili e discriminatorie. Sono Atti che intrecciano tra loro lo strisciante concetto di tagliare le risorse per la disabilità: un attacco in crescendo alla disabilità culminata in questi decreti. Un compromesso creerà malcontento ovunque. Chiediamo, invece, il potenziamento e la piena applicazione della Legge 104/92, che ha dimostrato laddove supportata di poter realmente creare nelle scuole diffusi processi inclusivi di qualità”.