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Taxi, sindacati approvano l’accordo con il ministero. Delrio: “Riforma seria, senza cedere alla piazza”

Martedì sera, dopo una giornata di scontri e al termine di una riunione fiume, il ministro dei Trasporti Graziano Delrio ha trovato l’intesa con le 21 sigle proponendo due decreti per il riordino del comparto e la lotta all'abusivismo: "L'impegno è a presentare i testi entro un mese". Superato l’emendamento al Milleproroghe a firma di Linda Lanzillotta che ha scatenato la protesta

La giornata di scontri nel cuore di Roma tra tassisti e forze dell’ordine non ferma la corsa del decreto Milleproroghe, per il quale martedì il governo aveva annunciato il voto di fiducia alla Camera. In serata, al termine di una riunione fiume, il ministro dei Trasporti Graziano Delrio ha trovato l’intesa proponendo due decreti, uno per il riordino del settore e l’altro per la lotta all’abusivismo. La maggioranza delle sigle sindacali ha approvato nella mattinata di mercoledì l’accordo raggiunto che prevede la stesura delle nuove norme entro un mese. Una soluzione definita da Delrio “una riforma seria, fatta senza cedere alla piazza”.

Le sigle, riunite in assemblea nella sede del 3570, hanno approvato sostanzialmente all’unanimità (tre contrari su 400 delegati) l’accordo. Federtaxi, Ugl e Usb, invece, stanno facendo una valutazione tecnico-normativa con l’assistenza di un legale. Intervistato dal Tg1, il ministro Delrio ha commentato: “Abbiamo ripristinato la regolarità del servizio e contestualmente abbiamo preso l’impegno di una riforma seria che non si può fare con delle proroghe“. “Uno stato serio dà diritti a tutti – ha aggiunto – a quelli che hanno investito il loro denaro e ai cittadini che devono potersi muovere liberamente“, anche utilizzando le innovazioni più recenti.

I decreti dovranno includere tutti i temi, già concordati con le categorie a suo tempo, tra cui miglioramento del sistema di programmazione e organizzazione su base territoriale, regolazione e salvaguardia del servizio pubblico, necessità di migliorare i servizi ai cittadini evoluzione tecnologica del settore, lotta all’abusivismo, migliore incontro tra domanda e offerta. “L’impegno è a iniziare i lavori domani e a concluderli per presentare i testi entro un mese”, spiegava in serata il ministero precisando che tutte e 21 le sigle hanno siglato il verbale che prevede un’immediata sospensione della protesta.

La soluzione, che di fatto supera il contenuto dell’emendamento al testo a firma di Linda Lanzillotta che ha scatenato la protesta, arriva dopo una lunga mediazione al ministero dei Trasporti con i rappresentanti delle auto bianche. Fuori, i tassisti hanno asserragliato il ministero con fumogeni e bombe carta, decisi a contrastare con le buone o con le cattive l’emendamento che rimanda a fine anno la stretta sui noleggi con conducente come quelli dell’app Uber Black.

“Si lavora insieme se non ci sono violenza e minacce“, aveva dichiarato Delrio prima dell’incontro nel tentativo di calmare gli animi dopo gli scontri tra manifestanti e polizia nella mattinata. Ma la riunione era iniziata in un clima teso. Alcuni manifestanti chiedono di accreditare altre sigle locali oltre alla ventina di organizzazioni già previste al tavolo dai sindacati alle associazioni di categoria. La richiesta viene accordata e l’incontro entra nel vivo alla presenza, oltre che del ministro Delrio, del viceministro Riccardo Nencini e della sottosegretaria Simona Vicari.

La richiesta dei tassisti è l’eliminazione dal decreto Milleproroghe dell’emendamento che vede come prima firmataria la senatrice Lanzillotta (Pd) e prevede una proroga al 31 dicembre 2017 del termine per l’emanazione del decreto del Ministero delle infrastrutture contro l’esercizio abusivo del servizio taxi e del servizio di noleggio con conducente. Il decreto ministeriale definirebbe anche gli indirizzi generali per l’attività di programmazione e di pianificazione delle regioni, ai fini del rilascio delle autorizzazioni.

Se l’emendamento fosse stato stralciato, il Movimento 5 Stelle si era detto pronto a interrompere l’ostruzionismo e votare sì al decreto Milleproroghe. I cinque stelle ponevano infatti due condizioni: accogliere le richieste di ambulanti e tassisti sulla proroga alla direttiva Bolkestein per la messa all’asta delle licenze per il commercio su aree pubbliche e lo stralcio dell’emendamento Lanzillotta.