Politica

Virginia Raggi, sindaca di nuovo indagata per abuso d’ufficio: questa volta in concorso con Salvatore Romeo

Dopo la nomina del fratello di Raffale Marra al vertice del dipartimento Turismo del Campidoglio, adesso i pm della procura di Roma contestano di nuovo la stessa fattispecie di reato alla sindaca della Capitale, in concorso con il dipendente scelto per guidare la segreteria politica del Campidoglio. Quella nomina era stata ordinata con una delibera in cui lo stipendio del funzionario non veniva indicato esplicitamente, ma attraverso riferimenti legislativi, che non rendevano immediatamente deducibile la somma

Salgono a due le accuse di abuso d’ufficio a carico di Virginia Raggi. Dopo la nomina del fratello di Raffale Marra al vertice del dipartimento Turismo del Campidoglio, adesso i pm della procura di Roma contestano di nuovo la stessa fattispecie di reato alla sindaca della Capitale. Raggi, questa volta, è indagata per abuso d’ufficio in concorso con Salvatore Romeo, per la nomina di quest’ultimo a capo della segreteria politica del Campidoglio. Nomina ordinata da una delibera datata 9 agosto 2016 nella quale però lo stipendio di Romeo non veniva indicato esplicitamente, ma attraverso riferimenti legislativi, che non rendevano immediatamente deducibile la somma. Quell’atto non sarebbe stato passato al vaglio del Gabinetto per verificarne la legittimità: da qui l’ipotesi di abuso contestata a Raggi e Romeo. L’interrogatorio della sindaca si è svolto lo scorso giovedì 2 febbraio ed è andato avanti per più di otto ore.

Quello di Romeo invece è previsto per domani mattina, quando il dipendente comunale è atteso con il suo legale davanti al procuratore aggiunto Paolo Ielo e al sostituto Francesco Dall’Olio. Non è escluso, però,  che l’atto istruttorio slitti a giovedì o venerdì. Indagando sulla nomina di Romeo, i pm hanno scoperto che nel gennaio del 2016 il funzionario aveva nominato Raggi – all’epoca consigliera comunale del M5s – beneficiaria di due sue assicurazioni sulla vita. I pm, dunque, chiederanno al funzionario i motivi che l’avevano portato a fare quella scelta, mentre gran parte dell’interrogatorio si baserà invece sulla promozione ottenuta da Romeo nel giugno successivo.

Subito dopo la vittoria del Movimento 5 Stelle alle amministrative capitoline, infatti, Raggi aveva scelto il dipendente comunale per guidare la sua segreteria politica. In quel modo Romeo si era visto riconosciuto uno scatto alla terza fascia dirigenziale e il suo stipendio si era quasi triplicato passando da 39 mila euro lordi l’anno a 110 mila. La circostanza dello stipendio non indicato in delibera era stata segnalata dall’ex capo di Gabinetto Carla Raineri nell’esposto alla procura di Roma. “L’emolumento – scriveva il magistrato – non era stato esplicitato nel quantum, ma determinato con un rinvio per relationem a categorie contrattuali di non immediata percezione. Ciò non ha indotto gli assessori a una particolare attenzione. In realtà il dottor Romeo acquisiva tout court funzioni dirigenziali mai ricoperte in precedenza”. Raineri aveva sottolineato anche che “la delibera è stata portata in giunta senza essere prima passata al vaglio del Gabinetto, come avviene di norma per un esame di legittimità”. In ogni caso, dopo le furiose proteste interne al Movimento, Raggi aveva decurtato lo stipendio di Romeo fino a 93 mila euro all’anno, cifra quasi identica ai 90 mila euro di Enzo Foschi quando il sindaco era Ignazio Marino. Nel frattempo, anche l’Autorità anticorruzione di Raffaele Cantone si era occupata della nomina su richiesta della stessa Raggi.

Cantone, in una risposta di due pagine inviata il 7 settembre, aveva definito come “legittimo” lo stipendio di Romeo invitando però l’amministrazione ad adottare, nella retribuzione dei contratti a tempo determinato, “criteri di ragionevolezza e buon andamento”. Nello stesso parere, l’Anac riconosceva “la possibilità, e non l’obbligo”, di definire “la retribuzione di tali contratti a tempo determinato, parametrandola a quella dirigenziale, fermo restando che tale determinazione non vale, di per sé, a configurare l’incarico come dirigenziale e fermo restando che per il personale assunto con tali contratti vige il divieto di svolgimento di cariche gestionali”. Insomma da parte dell’Anticorruzione era arrivato un sostanziale via libera all’aumento di paga di Romeo, che però è ora finito al centro dell’indagine della procura.

Intanto va avanti a piazzale Clodio l’inchiesta che vede indagata per abuso d’ufficio e falso in atto pubblico la stessa Raggi, ma per un’altra nomina: quella del vigile urbano Renato Marra, promosso a capo del dipartimento Turismo poco dopo l’arrivo della giunta pentastellata in Campidoglio. Si tratta del fratello di Raffaele Marra, ex vicecapo di gabinetto della Raggi, poi spostato al vertice delle Risorse Umane r arrestato per corruzione il 16 dicembre del 2016. Detenuto nel carcere di Regina Coeli, Marra è a sua volta indagato per concorso in abuso d’ufficio insieme alla Raggi: sarà presto interrogato dai pm.