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Dieselgate, Francia invia rapporto su Fca alla procura. Il gruppo: “Ampie riserve sui test, metodi non previsti dalle norme”

I magistrati di Parigi dovranno ora decidere se proseguire o archiviare l’investigazione sulle presunte irregolarità nelle emissioni dei motori diesel. Intanto a Bruxelles sta per chiudersi la mediazione tra Italia e Germania: Berlino ha chiesto il ritiro dal mercato di tre modelli che sospetta abbiano violato i limiti

Nuovi sviluppi, sul fronte europeo, del Dieselgate che ha coinvolto Fiat Chrysler. La direzione generale della Concorrenza, del Consumo, e della Repressione delle Frodi del ministero dell’Economia francese ha comunicato di aver concluso le indagini riguardo a eventuali irregolarità nelle emissioni dei motori diesel e di aver inviato il rapporto sui risultati alla procura di Parigi, che dovrà ora analizzare il documento e decidere se proseguire o archiviare l’investigazione. Fca si limita a “prendere atto”, ribadendo che i suoi veicoli “sono pienamente conformi alle norme in materia di emissioni, come confermato dalla sola Autorità competente sulle omologazioni di Fca, il ministero italiano dei Trasporti“. Il cui rapporto però, come rivelato da ilfattoquotidiano.it, ha diversi “buchi”.

Il gruppo aggiunge di non essere ancora stato “messo al corrente dei fatti che costituirebbero il fondamento dei rilievi” mossi e di nutrire “le più ampie riserve in merito a test effettuati su un singolo esemplare del modello interessato e secondo metodologie di prova non previste dalle normative attuali“. Tuttavia “continuerà a collaborare a ogni inchiesta da parte di Autorità competenti e ha piena fiducia che la questione verrà a tempo debito pienamente chiarita“.

“Nel quadro delle indagini – si legge nel comunicato diffuso a Parigi – la direzione si è basata sui risultati di test realizzati dall’Utac e dall’Ifpen, come anche sull’analisi di documenti trasmessi dal costruttore. Un verbale con i risultati dettagliati di queste investigazioni è stato appena trasmesso alla procura di Parigi. Spetta ora alla giustizia intraprendere i passi che riterrà necessari su queste presunte mancanze”. Il governo francese ricorda che la “procedura si iscrive nel quadro più ampio di un’inchiesta sulle pratiche relative alle emissioni di ossido d’azoto (NOx) di una dozzina di costruttori automobilistici che commercializzano veicoli diesel in Francia”. Nel quadro dell’inchiesta, la Dgccrf ha già trasmesso alla giustizia i risultati riguardanti Volkswagen, nel febbraio 2016, e Renault, a novembre 2016. “Nei due casi la procura di Parigi ha aperto dei fascicoli giudiziari per frode. Inoltre, la Dgccrf prosegue la sua inchiesta e in questo quadro investigazioni relative ad altri costruttori sono sempre in corso”, si conclude nella nota.

Nel frattempo a Bruxelles si attendono le conclusioni del tavolo di conciliazione tra Italia e Germania sul caso delle emissioni di alcuni modelli diesel di Fca. Berlino aveva chiesto il ritiro dal mercato di tre modelli che sospetta abbiano violato i limiti di emissioni. Qualche giorno fa una portavoce della Commissione ha detto che la speranza è di “concludere a breve le discussioni di mediazione tra le due parti”. I meccanismi usati da Fiat nei modelli Fiat messi sotto accusa dal ministero dei trasporti tedesco sono simili a quelli ugualmente usati da diversi produttori tedeschi per proteggere il motore. Quanto alla questione se i software al centro della disputa siano in linea con le regole Ue, la Commissione Ue la scorsa settimana ha pubblicato linee guida per definire meglio quali sistemi siano leciti o meno e in quali casi. In base a questo tipo di considerazioni non è escluso che Bruxelles possa ulteriormente intervenire a livello europeo nei confronti di chi ne ha fatto uso impropriamente.