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Trump-Putin, Mosca: “Al telefono hanno parlato di reale coordinamento contro l’Isis, crisi ucraina e rapporti futuri”

E’ il primo contatto diretto in assoluto tra i due leader, che sperano di riscrivere la storia dei rapporti russo-americani dopo la "seconda guerra fredda" culminata nell’era Obama con le sanzioni per gli hackeraggi "elettorali". Era la telefonata più attesa delle 5 in programma oggi, con una lista che comprende la cancelliera tedesca Merkel, il presidente francese Hollande, il premier giapponese Abe e il premier australiano Turnbull

“Reale coordinamento” contro l’Isis, crisi ucraina, un futuro incontro. Sono i temi al centro della conversazione telefonica avvenuta sull’asse Washington-Mosca tra i due grandi protagonisti della scena internazionale degli ultimi mesi: Donald Trump e Vladimir Putin. E’ il primo contatto diretto in assoluto tra i due leader, che sperano di riscrivere la storia dei rapporti russo-americani dopo essersi scambiati finora solo reciproche attestazioni pubbliche di stima, sullo sfondo della “seconda guerra fredda” culminata nell’era Obama con le sanzioni per gli hackeraggi “elettorali”. Era la telefonata più attesa delle cinque in programma oggi, con una lista che comprende la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese François Hollande, il premier giapponese Shinzo Abe e il premier australiano Malcolm Turnbull.

In un comunicato ufficiale il Cremlino riferisce che i presidenti russo e americano “si sono detti favorevoli a stabilire un reale coordinamento tra le azioni russe e americane per sconfiggere lo Stato Islamico e altre organizzazione terroristiche in Siria“. “Sono stati anche affrontati aspetti importanti della crisi ucraina“, recita ancora nel comunicato, secondo cui Putin e Trump hanno dato ordine ai loro collaboratori di “lavorare a possibili date per un incontro” e “mantenere contatti personali regolari”. I due hanno anche discusso l’importanza del ripristino dei legami economici tra i due Paesi. Nella nota diffusa dal Cremlino non esiste accenno al fatto che sia stato discusso l’alleggerimento delle sanzioni su Mosca imposte per la situazione in Ucraina.

Nel giorno in cui è entrato in vigore l’ordine esecutivo con cui venerdì il capo della Casa Bianca ha chiuso l’accesso negli Stati Uniti e rifugiati e ai cittadini di 7 Stati a maggioranza islamica, nella telefonata con Washington il presidente francese Hollande ha sottolineato la convinzione della Francia che “la battaglia avviata per la difesa delle nostre democrazie sarà efficace soltanto se inserita nel rispetto dei principi su cui sono fondate, in particolare l’accoglienza dei rifugiati” perché “di fronte a un mondo instabile e incerto, ripiegarsi su se stessi è un atteggiamento senza sbocco“. Le sanzioni imposte a Mosca, ha specificato Hollande secondo un comunicato dell’Eliseo, “potranno essere revocate soltanto se la situazione” in Ucraina sarà “risolta con l’applicazione integrale degli accordi di Minsk“.

Il capo di Stato francese ha sottolineato anche gli impegni internazionali sulla Russia, sul clima, sul libero scambio. Sul clima in particolare, Hollande ha ricordato “l’importanza per il pianeta dell’applicazione degli accordi di Parigi” mentre in campo economico ha messo in guardia Trump “dalle conseguenze economiche e politiche di un approccio protezionista. Sull’Unione Europea, il capo dell’Eliseo ha ribadito la volontà di “rafforzamento in tutti i campi, compreso quello della difesa, nell’interesse del legame di sicurezza transatlantico”, insistendo sul “carattere indispensabile della Nato“.

L’Alleanza Atlantica è stata al centro anche della telefonata tra Trump e Angela Merkel . I due hanno concordato sull'”importanza fondamentale della Nato per una più ampia relazione transatlantica – ha fatto sapere la Casa Bianca – e sul suo ruolo nell’assicurare la pace e la stabilità della nostra comunità nordatlantica”. Il presidente e la cancelliera hanno riconosciuto che “la Nato deve essere capace di affrontare le minacce del XXI secolo e che la nostra comune difesa richiede appropriati investimenti in capacità militari per garantire che tutti gli alleati stiano contribuendo con la loro giusta quota alla nostra sicurezza collettiva”.