Cronaca

Bose, si dimette il priore Enzo Bianchi: “Quando chi porta il peso è affaticato deve lasciare”

Il fondatore della comunità monastica in Piemonte si è dimesso dal suo ruolo. Una decisione annunciata alla sua comunità già nel mese di dicembre ma resa nota solo ieri giorno della nomina del suo successore: Luciano Manicardi, 60 anni e già vice priore

“Si dice che i cervi quando camminano nella loro mandria appoggiano ciascuno il capo su quello di un altro. Solo uno, quello che precede, tiene alto senza sostegno il suo capo e non lo posa su quello di un altro. Ma quando chi porta il peso (qui pondus capitis in primatu portabat) è affaticato, lascia il primo posto e un altro gli succede”. Con queste parole ieri, Enzo Bianchi, priore e fondatore della comunità monastica di Bose in Piemonte si è dimesso dal suo ruolo. Una decisione annunciata alla sua comunità già nel mese di dicembre ma resa nota solo ieri giorno della nomina del suo successore: Luciano Manicardi, 60 anni e già vice priore.

Una scelta inaspettata per gli ospiti della comunità ma dettata, dicono i più informati, solo da una decisione meditata e presa con umiltà. “Il commento di Agostino al salmo  41 (42) – spiega Bianchi facendo riferimento all’incipit della sua lettera – è sempre stato da me meditato, e con queste parole iniziavo la lettera di dimissioni previste nel 2014, alla fine della visita fraterna iniziata a gennaio e terminata a maggio e dopo la revisione economica affidata a una competenza esterna alla comunità. I visitatori fraterni mi hanno chiesto di restare ancora, anche per portare a compimento lo Statuto della comunità, e così ho continuato a presiedere, ma avvertendo più volte i miei fratelli e le mie sorelle che erano gli ultimi mesi del mio servizio e assentandomi sovente, affinché potessero imparare a continuare a vivere senza la mia guida”.

Padre Bianchi, 75 anni, noto al grande pubblico per i suoi libri e per la sua attività di predicazione in tutt’Italia oltre che per la partecipazione a diversi festival, terminati gli studi in economia all’Università di Torino si era ritirato in solitudine in questa cascina, nella piccola frazione di Bose a Magnano, in provincia di Biella. Sistemata con alcuni degli amici con cui aveva condiviso gli anni di studio aveva deciso di restare solo per i primi tre anni, a partire dall’8 dicembre 1965, data da lui scelta per segnare l’inizio della sua esperienza, nel giorno in cui ha termine la celebrazione del Concilio. Una vita segnata dalla passione per l’ecumenismo e per l’accoglienza: Bianchi ha cresciuto una comunità di fratelli e sorelle che ha saputo in questi anni essere un segno di spiritualità profonda per molti. Da qualche anno la comunità è presente anche a Cellole in Toscana, ad Assisi e a Ostuni in Puglia.

“Nella storia di ogni nuova comunità monastica il passaggio di guida dal fondatore alla generazione seguente – spiega il priore nella lettera – è un segno positivo di crescita e di maturità. Scrive l’Apostolo: Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma era Dio che faceva crescere. La vita continua, la fondazione è stata feconda e di questo ringraziamo il Signore, attendendo il suo giudizio alla fine della storia. Così è venuto il tempo delle dimissioni annunciate nel capitolo dopo i vespri del 26 dicembre scorso, vigilia della festa di Giovanni apostolo, per il prossimo 25 gennaio, Rivelazione di Gesù Cristo a Paolo apostolo. Così il 26 mattina, dopo la preghiera di epiclesi dello Spirito santo, inizieranno le votazioni per il nuovo priore secondo le norme dello Statuto”.