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Saras, la russa Rosneft si tira indietro e rivende la sua quota nell’azienda dei Moratti: “Pesano le sanzioni a Mosca”

Il gruppo controllato dal Cremlino era diventato socio nel 2013. Nel 2015, dopo l'avvio dell'embargo imposto dalla Ue a causa della crisi ucraina, aveva limato la partecipazione. L'investimento ha fruttato oltre 80 milioni, compresi i dividendi

I Moratti dicono addio al socio russo a causa delle sanzioni europee nei confronti di Mosca. Il gruppo petrolifero Rosneft, che fa capo al Cremlino, ha infatti annunciato di aver venduto la propria partecipazione del 12% nella Saras, di cui aveva comprato una quota nel 2013 per poi cederne il 9% a distanza di due anni dopo l’avvio dell’embargo imposto dalla Ue a causa della crisi ucraina. La motivazione ufficiale dell’operazione, “parte dell’ottimizzazione del portafoglio”, è appunto “l’impossibilità per Rosneft di attuare i precedenti accordi di aumentare la partecipazione fino alla quota di controllo a causa delle sanzioni”.

I proventi derivanti dalla cessione “saranno impiegati per la realizzazione di progetti strategici con altri partner italiani di Rosneft”. Dal 2013 l’investimento in Saras, inclusi i dividendi percepiti, ha fruttato al gruppo russo guidato da Igor Sechin oltre 80 milioni di euro, cifra che corrisponde a un tasso di rendimento pari al 9% annuo. Nel 2013 aveva acquistato il 21% di Saras a 1,37 euro per azione, mentre la cessione delle quote a investitori istituzionali (in gergo accelerated bookbuilding) avviata martedì sera è avvenuta a 1,53 euro, con uno sconto del 7% rispetto ai valori di mercato.

Il titolo Saras dopo la notizia ha aperto la seduta a Piazza Affari registrando un ribasso di oltre il 5%.