Scuola

School Bonus, ora i privati potranno finanziare gli istituti. Sindacati in rivolta

I contribuenti sceglieranno liberamente la scuola da beneficiare che riceverà il 90% dell’erogazione: il 10% andrà in un fondo perequativo che sarà distribuito agli istituti che risultano destinatari di erogazioni liberali per un ammontare inferiore alla media nazionale

Lo School Bonus nel 2017 diventa realtà. L’annunciato finanziamento dei privati a favore delle scuole, contestato dalle organizzazioni sindacali per l’ingerenza delle imprese nel sistema d’istruzione, con l’anno nuovo diventa possibile. Nei giorni scorsi l’Agenzia delle entrate con la risoluzione 155/E ha previsto il codice tributo (6873) con il quale sarà possibile per i soggetti titolari di reddito d’impresa effettuare un’erogazione in denaro destinata alle scuole.

La Legge 107 passa dalle parole ai fatti. Chi effettuerà una donazione a un istituto avrà un credito d’imposta pari al 65% per le erogazioni liberali fatte negli anni 2016/17 e del 50% per quelle effettuate nel 2018. L’importo massimo ammesso all’agevolazione fiscale è pari a 100mila euro per ciascun periodo d’imposta e il credito è ripartito in tre quote annuali di pari importo. Una possibilità anche per le persone o gli enti che non esercitano un’attività commerciale che potranno fruire del credito d’imposta nella dichiarazione dei redditi.

Ma a chi andranno questi soldi? I contribuenti sceglieranno liberamente la scuola da beneficiare che riceverà il 90% dell’erogazione: il 10% andrà in un fondo perequativo che sarà distribuito agli istituti che risultano destinatari di erogazioni liberali per un ammontare inferiore alla media nazionale. Una distribuzione contestata dalle organizzazioni sindacali fin dal suo concepimento perché potrebbe creare un’ulteriore discriminazione tra scuole “povere” e d’élite.

Tra le proposte del referendum sulla scuola (bocciato dalla Cassazione per mancanze di firme) si chiedeva ai cittadini di cancellare “un beneficio di fatto riservato alle scuole private”. Secondo i promotori del referendum “le erogazioni liberali non dovevano essere riservate alle singole scuole ma all’intero del sistema scolastico”. Nulla di tutto ciò secondo il ministero che sul sito www.schoolbonus.gov.it spiega che le donazioni serviranno alla realizzazione di nuove scuole; alla manutenzione e al potenziamento di quelle esistenti e ad interventi che miglioreranno l’ “occupabilità” degli studenti.

Sullo School Bonus dall’altro canto il governo Renzi e il ministero capitano dalla Giannini hanno fatto una vera e propria campagna: “La scuola ti ha dato tanto, per anni è stata come una seconda casa. A scuola hai provato le prime gioie e le prime delusioni della vita. Momenti unici e irripetibili. Oggi con lo School Bonus hai finalmente l’opportunità di ringraziare la scuola con un’erogazione in denaro puoi concorrere a conservare, migliorare e rinnovare gli istituti scolastici del nostro Paese”, recita lo slogan sul sito dedicato.

Una pubblicità accompagnata da un “kit per le scuole” (scaricabile in Rete) che prevede dei “lavoretti” per far conoscere lo School Bonus ai genitori: si va dalla guida alla realizzazione di un “vasetto” in perfetto stile “cassettina” quaresimale della Caritas per le missioni allo schema per fare un’aiuola utilizzando circa 120 fiori (non si sa pagati da chi) per realizzare la scritta “Grazie” e sensibilizzare in questo modo chi mette piede nel cortile dell’istituto.