Società

Alessandro Rosso, una storia positiva di Natale e lavoro a Milano

Di cose brutte di cui parlare ce ne sarebbero tante. Però concedetemi, siamo in periodo natalizio. Quindi ho cercato qualche storia positiva. Ho pensato di parlarvi del Rosso Natale. Partiamo dall’inizio. Esiste un signore che si chiama Alessandro Rosso. Fa l’imprenditore. Nell’ultimi anni si è messo a salvare Milano.

Tutto è cominciato con la galleria. Un sito storico, con un patrimonio di cultura, tradizione architettonica che il mondo ci invidia. Bellissima struttura ma costosa da mantenere. Nel tempo gli spazi superiori erano stati lasciati andare. Il Comune li affittava a poche lire ad associazioni e altri enti che non avevano risorse per far nulla.

A seguito dei bandi istituiti dall’amministrazione, Alessandro Rosso ha avuto modo di partecipare e vincere l’affitto di queste aree. Partendo da qui ha avuto l’opportunità di riportare agli antichi fasti i piani alti della galleria. A oggi ha ristrutturato e vitalizzato circa il 40% degli spazi. Per intenderci quando entrate in galleria dal Duomo, se guardate alla vostra destra, tutte le finestre dal 2° piano in su sono gestite dal gruppo TownHouse Hotels di Alessandro Rosso.

In aggiunta a questo sono stati creati 3 ristoranti e un bar in galleria: Ottagono Lounge&Ristorante, Pavarotti Museum&Restaurant, I dodici Gatti (una pizzeria) e il bar Duomo 21. In aggiunta una camminata panoramica sulla galleria (costruita di tasca sua ex novo) che tutti possono utilizzare per esplorare i tetti della galleria. Rosso ha dato l’esempio e ora altri gruppi come Prada lo hanno imitato ristrutturando altre parti della galleria.

Dopo l’esperienza costruita con i suoi ristoranti all’interno della galleria e i suoi chef stellati si è messo a salvare botteghe storiche: la pasticceria Taveggia, la Trattoria Bagutta, il Panino Bistrò, la drogheria Parini. Ha lanciato Borgospesso1, uno spazio alimentare polifunzionale che include una wine gallery, la drogheria Parini (con una filiera sostenibile ed etica da piccole produzioni 100% made in italy) un ristorante easy e un ristorante classico.

Non contento ha lanciato il progetto cityfarm: in partership con Genagricola (la tenuta agricola delle assicurazioni generali) per promuovere panettoni e vini. Due temporary store in centro per promuovere i panettoni (ovvio fatti da Taveggia e la sua squadra di chef stellati).

In attesa di altre avventure alimentari già che c’era, in campo museale, in aggiunta al Museo di Leonardo3, ospitato negli spazi della Galleria che Rosso possiede, ex Sale del re, ha creato anche il museo del calcio. Il tutto in meno di 24 mesi. Dunque penso ci sia tutto. Ah sì, ha anche supportato la vendita di prodotti tipici di Norcia per aiutare i terremotati.

Ora per quale ragione vi sto dicendo tutto questo? Ammetto che ho un debole per il cibo, ma non sono un esperto di cucina. Mi piace riportare storie di successo e soprattutto positive. Di persone che, guadagnandoci (non parlo di santi), creano una tale sinergia con il sistema economico e sociale da diventare dei trascinatori che generano opportunità di crescita economica e lavorativa.

Io qui sto parlando di futuro, speranza e occupazione. A fronte di molti giovani dotati che decidono di andare a vivere e lavorare all’estero, Rosso, specialmente con le ultime aperture, dà da lavorare a molti (sotto il cappello gruppo rosso ci sono circa 50 aziende, quindi questi ristoranti potremmo dire che son solo la punta dell’Iceberg, in termini occupazionali).

Facciamo i conti della serva: 7 ristoranti una media facciamo di 10 persone a ristorante fanno 70 occupati. Più ovvio l’indotto di fornitori alimentari, architetti, operai per le ristrutturazioni (tante considerando l’età di molti dei siti che ha recuperato). 70 occupati non saranno tanti, non solleveranno certamente l’economia italiana ma sono circa 70 famiglie.

E non dimentichiamo l’associazione dei maggiordomi (senza scopo di lucro) che ogni anno forma e piazza sul mercato oltre 100 maggiordomi (che con uno stipendio medio di 3000 euro netti sono piuttosto felici). Si può fare soldi in Italia (che a volte sembra quasi una colpa) e creare una crescita per l’intero sistema? Si può.

Questi progetti di Rosso (parlerò anche di cose più “piccine” nei miei prossimi pezzi) indicano che rischiando (non è stato “salvato” da nessuno Stato come di recente una certa banca) di tasca propria, mettendoci la faccia, i risultati possono ancora arrivare (certo non è facile, il gruppo rosso ha una squadra di gente che si fa il mazzo tutti i giorni).

Certo alcuni che leggeranno questo articolo penseranno “e vabbè il Verga ha preso la mancia per scrivere sto pezzo”. Ammetto che adoro la pizza e che se sono in centro vado a mangiare ai Dodici Gatti. Ma dal qui a farmi comprare con una pizza ce ne passa.

Se questa è la l’idea che qualche lettore potrebbe farsi leggendo una storia che parla di eventi positivi, sotto Natale, in un momento in cui avere qualche speranza in più, sarebbe opportuno, ammetto di essere colpevole: sono uno spacciatore di storie positive (almeno in questo periodo).

Buon Natale.