Scienza

Terapie alternative, a proposito di chi usa la fisica quantistica per legittimarle

Grazie alla ricerca di base nella fisica è stata sviluppata una tecnica d’indagine fondamentale per la medicina, la Pet (Positron Emission Tomography), la quale sfruttando un concetto davvero complesso come l’antimateria ha rivoluzionato la diagnostica di eventuali tumori. Utilizzare però paroloni volutamente complicati come “fisica quantistica” o “teoria quantistica dei campi” e simili per giustificare pratiche le quali poco o nulla hanno a che vedere con la scienza è discutibile non solo nei confronti della comunità scientifica, ma in particolare verso il pubblico che non ha gli strumenti culturali per verificare queste affermazioni.

L’ordine dei medici della provincia di Genova ha recentemente patrocinato un incontro rivolto agli iscritti dal titolo: “Stato della ricerca sperimentale in medicina omeopatica: contributi della sperimentazione clinica e di laboratorio e della ricerca in fisica quantistica”. Il convegno prevedeva l’attribuzione di 4,8 crediti formativi Ecm, ottenerne un certo numero nel triennio è obbligatorio per chi opera nelle professioni sanitarie. Il presidente dell’ordine, Dr. Enrico Bartolini, ha dichiarato: “Credevo che la stagione della guerra tra medicina tradizionale e omeopatia fosse passata. Tant’è vero che la Regione Toscana ha elencato una serie di prestazioni che si possono eseguire con l’omeopatia”.

Che diranno in Toscana? Visto che l’ordine di Genova ha ospitato nella sua sede un convegno sulla “fisica quantistica dell’acqua” questa è “roba seria”? Sull’argomento è intervenuto anche Giovanni Gorga, il presidente di Omeoimprese, dichiarando al Secolo XIX: “L’omeopatia è medicina, non stregoneria”. Citare la “fisica quantistica” (qualsiasi cosa si intenda in questo contesto) è un tentativo di dare credibilità a miti come l’esistenza mai provata della presunta “memoria dell’acqua”. Queste teorie nascono con gli studi di Benveniste, mai riprodotti in modo credibile. L’acqua delle soluzioni omeopatiche diluite è identica all’altra acqua, e anche se si dimostrasse il contrario ci sarebbe ancora un abisso da colmare prima di provarne una qualsiasi efficacia in una condizione di salute.

Anche se con la fisica quantistica (vera) c’entra poco, molto spesso chi formula ipotesi scientifiche fantasiose cita Einstein. Lo scienziato tedesco è nell’immaginario collettivo è l’oscuro impiegato dell’ufficio brevetti visto con scetticismo dalla “scienza ufficiale” il quale cambia la visione del mondo tramite la teoria, “palesemente assurda” per l’epoca, della Relatività, prevedendo per esempio che il tempo possa scorrere in modo dissimile per due distinti osservatori.

Le ipotesi di Einstein non nascono dal nulla, ma si basavano su osservazioni empiriche, riguardo effetti misurati non spiegabili al tempo. La teoria della Relatività è stata validata sperimentalmente durante un’eclissi solare nel 1919, quando si osservò, come previsto, uno spostamento della posizione apparente di alcune stelle. Ogni volta che si utilizza un navigatore satellitare, se non si tenesse conto della correzione relativistica, la nostra posizione sarebbe individuata solo con un margine di errore notevole.

Le grandi scoperte sono state riconosciute presto come tali e soprattutto partono da dati verificabili. L’apparente efficacia delle “medicine alternative” si giustifica semplicemente sia con l’effetto placebo, sia osservando che queste “funzionano” per condizioni di salute autolimitanti o in cui i miglioramenti sono soggettivi e difficilmente misurabili. Non serve una teoria difficile per tutto ciò che si spiega facilmente!

In Italia, ciascuno può liberamente organizzare l’evento che desidera. Quelli che trattano di pseudoscienza (definizione ad esempio di Wikipedia in svariate lingue per l’omeopatia) sarebbe preferibile pianificarli però in luoghi privati, magari insieme ai congressi di ufologia, e non presso sedi istituzionali o ordini dei medici con attribuzione di crediti Ecm. Nessuno invoca la “censura” o il “bavaglio”, ma piuttosto una riflessione nel merito riguardo l’opportunità di accreditare determinate iniziative.

Citare la fisica quantistica per dare una parvenza di scientificità alle “medicine alternative” è simile a cosa succede nella fiaba di HC Andersen “il vestito nuovo dell’imperatore”, l’abito che era ritenuto invisibile agli sciocchi e agli indegni. Tutti i sudditi dicevano di vederlo, per paura di essere mal giudicati e di passare per ignoranti. L’incantesimo è spezzato da un bambino che nella sua innocenza strilla “il re è nudo”. Oggi il bimbo griderebbe che l’acqua “succussa e dinamizzata” è sempre acqua, e che la “fisica quantistica” copre il nulla.