Referendum Costituzionale

Referendum: torna a casa, Renzi, senza rimpianti!

Fin dai primi exit poll, confermati dall’avanzare delle schede scrutinate, è stato chiaro, oltre ogni ragionevole dubbio, che Renzi esce dal referendum con le ossa rotte e la sig.na Maria Elena-Etruria piange sconsolata e solitaria. Quando si tocca il popolo nella Costituzione bisogna che i predatori, i lanzichenecchi ci pensino non una o dieci volte, ma mille e milioni di volte. Ho visto ai seggi persone anziane col bastone, camminare con difficoltà, in una giornata fredda e ghiacciata che potevano starsene al caldo in casa, invece sono usciti per andare alla guerra. Vedevo dagli sguardi e dalle parole che andavano in guerra, armati del solo scudo della Costituzione. La loro arma era la scheda elettorale, la stessa che Renzi stava per scippargli.

Il popolo sovrano si è opposto con una maggioranza schiacciante. Il No era la coscienza del popolo, mentre il Sì era solo una trappola e tutti l’hanno capito, nonostante le bugie, i trucchi, le malversazioni, i soldi pubblici, anche quelli del No, spesi per la campagna del Sì, le truffe del voto all’estero sul quale contava la Boschi che, vergognandosi di stare in Italia, a causa del babbo etrusco, si è fatta un giro per il mondo a spese nostre. Nonostante i circa 8 milioni spesi per le lettere agli italiani, scopiazzando Berlusconi, Renzi e la sua combriccola ora si leccano le ustionati sul 60% del corpo.

L’arroganza, la prosopopea, la saccenteria, la superiorità ostentata, senza possederla, la voglia di strafare e il narcisismo patologico hanno spianato come un tappeto il signorino che voleva somigliare a un ducetto. Nella vita come in politica, può riuscire una volta, al massimo due, ma alla terza arriva il conto e arriva salato. L’umiliazione del sindacato, la distruzione del partito ex democratico, l’irrisione della magistratura, l’insolenza contro gli operai, la corte a finanzieri e a Marchionne e non avere tolto l’Imu ai ricchi e ricchissimi, la tragedia della scuola, i terremotati dimenticati, la legge sul licenziamento facilitato, obbrobriosamente chiamato «Jobs Act», i trucchi per sperperare denaro pubblico promettendo, in vista del referendum, anche l’immortalità e la guarigione dal cancro e infine, hanno svelato un presidente del Consiglio e un governo senza popolo e lontano da esso, agli antipodi. Il popolo è paziente, è buono, spesso è bue, ma quando il toro si sveglia perché non ne può più di vedere i figli a spasso, i nipoti senza futuro e quelli che possono scappano all’estero, la mazzata è colossale, muta, ma centrata. Berlusconi si beccò in faccia da un bonaccione il Duomo di Milano in miniatura, Renxit questa notte si becca San Pietro di Roma, il Duomo di Firenze, quello di Genova, di Bologna, di Modena, di Palermo, la Mole di Torino, l’Expo di Milano, tutti in un solo colpo centrato da mirino di precisione.

Chi si è impegnato in questa impari lotta lo sapeva e personalmente non ho mai avuto dubbi sull’esito perché non si trattava di una leggina qualsiasi, ma di una manovra destabilizzante, lo stravolgimento dell’ordine democratico con mezzucci tipici da ominicchi e donnicciole senza spirito e senz’anima, assetati solo di stare sulla scena leopoldina a d essere applauditi. Avremo modo di riflettere, la democrazia è sana e si difende da chi la vuole indebolire, la Carta, pur ammaccata, è resistente, di sana e robusta costituzione e non permette che mani impure e ignoranti possano intaccare uno scritto limpido che aspetta solo di essere letto e attuato.

Renzi ha personalizzato così tanto la campagna che non gli resta altro da fare: andarsene. Lo ha fatto a modo suo nella conferenza stampa, volendosi distingue e di fatto accusando gli italiani di non averlo capito. Il lungo elenco delle cose fatte che sono le stesse per cui la gente l’ha bocciato, lui le ripete le consegna come medaglie al valore. Ancora una volta la lezione non gli è bastata, perché questo voto è contro di lui, giudicato dal popolo sovrano estraneo alla democrazia italiana. Conoscendolo, adesso se ne va non in esilio come sarebbe giusto ma per preparare la riscossa.

Torna a casa, Renzi! Senza alcun rimpianto!