Musica

Placebo, appuntamento con la storia

Quando si parla di Brian Molko dei Placebo la prima cosa che salta all’occhio è… il trucco! Matita, ombretto e rossetto, incorniciano in maniera impeccabile il viso; non è un azzardo affermare che nemmeno Robert Smith, possa vantare un outfit di tale impatto, sebbene al leader dei Cure, vada riconosciuto indubbiamente il copyright di certa estetica.

Oltre al trucco c’è di più, ad esempio una ricrescita di capelli strabiliante! Guardando “la cofana attuale” di Brian, viene da domandarsi – una volta per tutte – se il trapianto di capelli funzioni realmente. Antonio Conte (l’attuale allenatore del Chelsea), il quale di trapianti se ne intende, in un’intervista di qualche tempo fa giurava che con diecimila euro “Ti passa la paura!”. Vi chiederete: “Che cosa c’entra Conte con Brian Molko ???” A giudicare dalla chioma fluente da lui mostrata, nonché da quella di Molko, vien da pensare che i due, abbiano usufruito delle sapienti mani dello stesso chirurgo.

Emancipandosi da battute di bassa lega e per nulla rappresentative, proviamo a tornare seri.

Esistono diversi motivi per parlare dei Placebo; concentrarsi, ad esempio, sul tour del ventennale può regalare soddisfazioni. In Italia il “ 20 Years World Tour” arriva per un’unica data presso Mediolanum Forum di Assago (Milano), stasera, organizzata da Live Nation (Info qui); se non avete comprato i biglietti a suo tempo, non affrettatevi, la serata è sold out (ma verificare nei luoghi ufficialmente deputati è sempre un’ottima cosa!).

Più che un tour, un evento vero e proprio, Molko a tale riguardo ha affermato: “Diciamo che ci saranno canzoni in scaletta che avevo giurato di non suonare mai più. Credo sia arrivato il momento di rendersi conto in modo specifico di cosa i fan dei Placebo vorrebbero ascoltare davvero – e continua dicendo – Sono stati molto pazienti con noi visto che suoniamo raramente i nostri successi più commerciali. L’anniversario dei 20 anni ci sembra la cosa migliore da fare. È la nostra intenzione. Questo tour nasce per i fan ed è una possibilità per noi per rivisitare un po’ del nostro materiale più vecchio“.

In effetti una canzone come Pure Morning – Gioiello manifesto dell’intera discografia – raramente ha trovato spazio nelle setlist degli ultimi anni (nemmeno nel recente Mtv Umplugged Tour) e quindi, l’occasione per riascoltare alcune perle, induce a pensare che, quella di stasera, sarà ad un’esibizione “da dentro o fuori”. Quando si parla dei Placebo, si tenga presente quanto la dualità sia un refrain agrodolce in grado di determinare un percorso capace di suscitare opinioni storicamente discordanti; in patria, “l’intellighenzia musicale” non se li fila per niente, nel resto del mondo, invece, sono autentiche popstar. David Bowie, ai tempi di “Outside” (e quindi nel tour del 1996), se li portò appresso. A Bologna, suonarono tra la quasi indifferenza del pubblico, tuttavia, fecero faville. Tra le tante qualità unanimemente riconosciute al Duca, si registri un indiscutibile fiuto nello scovare le “Next Big Thing”, si pensi – tra gli altri – ad Arcade Fire; prima ancora che uscisse “Funeral” (disco d’esordio del combo canadese), si dice che girasse con il promo in tasca per farlo ascoltare in ogni dove. Ne aveva ben donde, considerandone la bellezza.

I Placebo (ma anche gli Arcade Fire) gli saranno eternamente riconoscenti. E come potrebbe essere altrimenti? Se siete facili alla lacrima e non avete timore di sbavarvi il trucco, leggetevi su Facebook il post di Brian scritto all’indomani della morte: parole d’amore incondizionato a suggello di un rapporto di grande amicizia e rispetto.

Ragionando sulla produzione discografica dei Nostri, il sospetto che non tutto sia in linea è forte. Del resto, non esiste nessuna formazione in grado di esprimere con incondizionata coerenza un’intera carriera e se per caso esistesse … bisognerebbe discuterne.

Disco della vita, inutile anche sottolinearlo, resta certamente “Without You I’m Nothing”, uscito per Virgin nel 1998. Il resto convince a tratti. L’esordio (Omonimo pubblicato nel 1996) pare un ottimo biglietto da visita, così come “Black Market Music”, pur non raggiungendo i picchi del blockbuster sopracitato, conferma che Molko e soci, in ogni caso, restano in ambito mainstream un’incontestabile band di razza.

Le produzioni a seguire li confermano sotto l’egida del successo, sebbene sia forte l’impressione che, anziché album, siano più che altro “contenitori”, al cui interno trovano spazio singoli al cardiopalma, il resto è dedicato ai fan indefessi oppure da scovare con inusitata pazienza.

Il solito Dj qualunque sarà ovviamente presente a Milano: gli amici, i Placebo e qualche birra, regaleranno (si spera) l’ennesima serata … da consegnare ai posteri.

9 canzoni 9 … dei Placebo

Lato A

Every You Every Me

Without You I’m Nothing

Pure Morning

Special K

 

Lato B

Nancy Boy

Slave to the Wage

For What it’s Worth

The Bitter End

Special Needs