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Milano, Fs vende online gli scali ferroviari con tanto di superfici edificabili. Che però non sono state approvate dal Comune

La scoperta è di Gianluca Corrado, consigliere comunale M5s: "Come si permettono di mettere in vendita un milione e 250mila mq di proprietà pubbliche?". Si tratta di volumetrie che non sono mai state approvate dal consiglio comunale

Fa niente se la delibera sugli scali ferroviari da riqualificare con tanto di nuove volumetrie è stato uno dei passi falsi della giunta Pisapia. Di quelli che a Milano hanno fatto tanto rumore, perché la bocciatura del consiglio comunale è arrivata a fine mandato e ha fatto decadere l’accordo di programma con Regione Lombardia e con Ferrovie dello Stato, proprietaria delle aree. Fa niente, perché quegli stessi scali vengono già offerti agli investitori stranieri su www.investinitalyrealestate.com, un sito gestito dall’Ice, l’agenzia del governo che si occupa di promozione all’estero e internazionalizzazione delle imprese italiane. Se ne è accorto il consigliere comunale del M5S Gianluca Corrado, che si domanda una cosa: “Come si permettono di mettere in vendita un milione e 250mila mq di proprietà pubbliche?”.

Se Totò cercava di vendere la fontana di Trevi, sul sito dell’Ice si trova per esempio un annuncio sullo scalo di Porta Romana, con tanto di foto e di riferimento alla “capacità edificatoria di 150mila mq di superficie lorda di pavimentazione”. Oppure lo scalo Farini, che di mq da costruirci sopra ne totalizza 358mila. Peccato che proprio dettagli come questi siano al momento in fase di discussione in commissione a Palazzo Marino. “Il dibattito è ancora più che aperto su uno dei temi che cambierà completamente la conformazione della città, non è stato ancora deliberato nulla – accusa Corrado chiedendo una presa di posizione della giunta -. È una grave offesa al consiglio, alla maggioranza stessa ma ancora di più ai milanesi che si vedono così già davanti a cose fatte”. Di “fatto grave” parla pure l’ex presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo: “Finché non si porrà rimedio, nessuno ci venga a chiedere di firmare o votare mozioni sugli scali ferroviari”.

Critico anche il presidente della commissione Trasporti Carlo Monguzzi (Pd): “Si tratta di un prodotto di marketing assolutamente ingiustificato, che fa riferimento a una cosa che non esiste perché la delibera è stata bocciata – dice in consiglio comunale -. Inviteremo le Ferrovie dello Stato a fare tutto il marketing che vogliono, ma a riferirsi a cose che ci sono”. Per la giunta parla l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran: “Abbiamo appreso della cosa oggi in aula. Da un lato è positivo che le ferrovie cerchino degli investitori per gli scali, dall’altro è evidentemente sbagliato indicare delle volumetrie che non sono mai state approvate dal consiglio comunale. I proprietari delle aree hanno diritto di pubblicare gli annunci che ritengono, ma chiederemo che vengano inserite informazioni corrette”.

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