Politica

“Regeni come i marò”, lo striscione rimosso infiamma il Comune di Trieste. Manifestanti entrano in Consiglio

Il nome di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso in Egitto in circostanze ancora da chiarire, divide la politica di Trieste, sua città natale. Nel Consiglio comunale, dove ieri si sono discusse due mozioni sullo striscione fatto rimuovere dal sindaco di centrodestra Roberto Dipiazza (che lo aveva paragonato a un “dente cariato”), scoppia una bagarre in seguito alle dichiarazioni del consigliere di maggioranza Piero Camber (Fi), che accosta la figura di Giulio Regeni a quella dei due marò. In aula è presente, tra il pubblico, anche un nutrito gruppo di manifestanti, saliti direttamente dalla piazza antistante il palazzo comunale dov’era in corso la manifestazione pacifica indetta da Amnesty International, che ha mobilitato un migliaio di persone. L’accostamento ai marò non piace ai manifestanti: “Vergogna! Giulio era un ricercatore, non un assassino come i marò”. Il clima si accende e vengono fatti intervenire i vigili urbani, che fanno uscire alcuni manifestanti. La prima mozione, presentata dal Pd, chiedeva di rimettere al suo posto il contestato striscione, ma è stata bocciata dall’aula dopo il parere negativo dato dal sindaco, che invece ha fatto propria la mozione della maggioranza, la quale chiedeva norme più restrittive per l’esposizione degli striscioni sul palazzo comunale. In piazza, mentre la manifestazione volge al termine, un ragazzo riflette: “Trieste dovrebbe essere l’ultima città a tirare via quello striscione”