Politica

Storia breve del fu Benigni

Hai talento, fai ridere come nessuno e non hai paura di essere scorretto. Poi cresci, ti ammorbidisci, cambi la storia e sostituisci i russi con gli americani, altrimenti l’Oscar non te lo danno mica. Quindi, esaurita la vena, ti reinventi cantore dell’amore, celebrando la Costituzione più bella del mondo ma solo quando al potere c’è Berlusconi, che è brutto sporco e cattivo non per quello che fa ma perché non è iscritto al partito che voti.

Infine passi dal voler bene a Berlinguer al venerare il nuovo Silvio, ovvero Renzi, uno che a vent’anni avresti preso per il culo fino a sfinirlo. Se vince il No è peggio della Brexit, dici adesso. E magari, se vince il Sì, ti regalano pure un’altra serata su RaiUno e un’altra bella vagonata di soldi (anche nostri). Da saltimbanco a rondolino: vamos.

Ormai, caro Benigni, ho finito anche gli insulti. Siamo al vilipendio di cadavere del povero Cioni Mario. Peccato, una volta eri bravo. Ma il Monni, a noi toscani, ce lo aveva detto chi eri davvero. E il Monni non sbagliava mai.