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Terrorismi e conflitti alimentano l’industria delle armi: Usa mai così ricchi

In questo clima di terrore e di nuovi conflitti in agguato, l’industria degli armamenti continua a fare affari d’oro. Il dipartimento di Stato americano poco più di un mese fa aveva approvato il potenziale acquisto di armi e attrezzature militari per i paesi-membri della Nato per un ammontare superiore ai 230 milioni di dollari. Oggi invece tiene banco la fornitura americana di 38 miliardi di dollari in aiuti militari a Israele per i prossimi dieci anni. Il piano ha ottenuto un largo consenso al Congresso. La campagna era stata guidata dal repubblicano della Carolina del Sud Lindsey Graham e dal democratico del Delaware Chris Coons. Il nuovo pacchetto di aiuti prevede la fornitura di 3,8 miliardi di dollari ogni anno da parte di Washington, con un incremento di 700 milioni rispetto agli attuali 3,1 miliardi. È il più costoso programma di assistenza militare mai finanziato dagli Stati Uniti. C’è da ricordare che gli Usa hanno sviluppato o finanziato congiuntamente tutti e tre i livelli di difesa missilistica di Israele: Iron Dome (corto raggio), David’s Sling (medio raggio) e Arrow (lungo raggio) per una spesa complessiva di oltre 600 milioni di dollari.

Come se non bastasse AM General ha ottenuto un contratto di 356 milioni di dollari per la produzione dei veicoli a motore ad alta mobilità multiuso (HMMWVs) per l’esercito e la polizia afghana. AM General inizierà il montaggio presso lo stabilimento in Indiana per completare la produzione entro il 2017. Ma gli affari si fanno ovunque, non solo nelle zone di post-conflict come l’Afghanistan e così in una recente relazione della Strategic defense intelligence (Sdi) si scopre che il 98% degli equipaggiamenti militari destinati a Taiwan arriva dagli Stati Uniti.

Il rapporto evidenzia anche recenti transazioni incluso un pacchetto di vendite di $1 8mld comprendente due fregate, veicoli anfibi AAV-7, 2B anticarro, missili terra-aria e sistemi C4ISR. Si prevede che gli Stati Uniti continueranno a essere il più grande esportatore in materia di Difesa di Taiwan fino al 2021.  In Europa invece la questione al centro del dibattito è molto più complessa e surreale.

Fino a oggi l’Unione europea non ha mai allocato fondi e risorse per la produzione di armamenti perché questo ruolo era considerato legato alla politica di difesa di ciascuno Stato Membro. Un’Azione preparatoria (Preparatory Action – Pa) sulla ricerca nella Difesa scritta da un gruppo di consulenti denominato Gruppo di Personalità, oltre la metà dei quali legato all’industria, è ora incluso nello schema di Bilancio per il 2017. In pratica l’industria degli armamenti sta consigliando all’Unione Europea di sostenere finanziariamente l’industria degli armamenti come denunciato anche da Rete Disarmo.

L’obiettivo di lungo termine è quello di definire un Programma di ricerca per la Difesa europea completamente inserito nel Budget standard per un valore di circa 3,5 miliardi di euro nel periodo dal 2021 al 2027. Infine una nuova organizzazione nazionale dedicata alla sicurezza informatica è la proposta che Leonardo-Finmeccanica presenterà alla community del settore in occasione del prestigioso forum internazionale “Cybertech Europe 2016”, ieri, 29 settembre a Roma. Si tratta di un progetto di partenariato pubblico-privato nella cyber security recentemente costituito da Leonardo e altri partner industriali e governativi – che raggrupperà player e istituzioni di riferimento con l’obiettivo di creare sinergie con i programmi di investimento europei e di garantire una significativa crescita dimensionale al settore.