Referendum Costituzionale

Sondaggi, referendum: il No avanti di 6 punti, ma l’astensione resta alta. Sfida Renzi-Zagrebelsky in tv da Mentana

Le rilevazioni effettuate da Emg per il TgLa7 danno la quota dei contrari al ddl Boschi al 35,5%. Ma gli indecisi sono ancora il 35 per cento degli intervistati. Il Partito democratico resta il primo partito col 31,2%, ma in calo di un punto e mezzo. I pentastellati si avvicinano (29,5%) dopo le difficoltà legate alla crisi in Campidoglio e restano imbattibili in caso di ballottaggio

Il fronte del No continua a guadagnare terreno, il Movimento 5 stelle risale e si avvicina al Partito democratico. Sono questi, in estrema sintesi, i dati più significativi contenuti nei sondaggi elaborati da Emg per il TgLa7.

La campagna referendaria sulla riforma costituzionale vive in queste ore nell’attesa del dibattito tra Matteo Renzi e Gustavo Zagrebelsky. Il premier e il giurista, esponenti di primo piano dei due opposti schieramenti, discuteranno delle modifiche alla Carta proposte nel ddl-Boschi venerdì 30 settembre in prima serata, negli studi di La7, in un incontro che verrà moderato da Enrico Mentana nel nuovo programma dall’emblematico titolo “Sì e No”. Nel frattempo, rispetto ad una settimana fa, gli italiani intenzionati a bocciare la riforma costituzionale aumentano dell’1,4%, e ora rappresentano il 35,5% dei votanti. I favorevoli al ddl-Boschi si fermano al 29,6%, in calo di mezzo punto percentuale. Si riduce anche la quota degli indecisi, che sfiora il 35%. Resta invece ancora elevato, benché in diminuzione dello 0,9%, il tasso di astensionismo, che si attesta al 44,1%.

Sul fronte dei partiti, il Pd è ancora la prima forza, col 31,2%. I dem perdono però l’1,2% rispetto a sette giorni fa. A beneficiarne è soprattutto M5S che, sulla scia della festa di Palermo, fa segnare la prima significativa risalita nei sondaggi dall’inizio dei pasticci romani. Per Emg i pentastellati risalgono di mezzo punto, fino ad arrivare al 29,5%. Terzo partito è la Lega Nord, che recupera lo 0,5% e col 12,1% supera Forza Italia, stabile all’11,9%. Fratelli d’Italia e Sinistra italiana si attestano rispettivamente al 4,3% e al 3,9%.

L’istituto di Fabrizio Masia, però, simula anche un altro scenario, quello in cui il centrodestra si presentasse compatto alle prossime elezioni. In questo caso, la sfida sarebbe serratissima, con 3 liste racchiuse in 3 punti e mezzo. In testa sempre il Pd, col 31,8% dei consensi (-0,8%), M5s risulterebbe secondo, in risalita dello 0,6% e col 29,6% dei voti, ma staccando di poco più di un punto l’eventuale coalizione di centrodestra, che si attesterebbe al 28,3% (+0,2%). 

Quanto all’ipotesi del secondo turno, previsto dall’Italicum, M5S si conferma imbattibile. I pentastellati vincerebbero di misura sul Pd (52,1% contro 47,9%), mentre avrebbero la meglio in maniera più agevole se al ballottaggio dovessero vedersela col centrodestra (56,5% contro 43,5%). Nel caso in cui il movimento di Grillo non superasse il primo turno, allora sarebbe il Pd a trionfare col 53,1%.