Cronaca

Crotone, divieto di edificare su resti archeologici. Ma Soprintendenza infrange il vincolo per far ampliare lo stadio

Dopo due bocciature arriva il parere positivo dal nuovo organo nato dalla riforma Franceschini: non più strutture che prevedono uno scavo in profondità ma un complesso di elementi appoggiati direttamente sul terreno su cui sorge la città magno greca di Kroton

A Crotone il calcio fa miracoli: per ampliare lo stadio si scavalcano anche i vincoli di edificabilità nei siti archeologici. La locale squadra di calcio è approdata in Serie A. Per la prima volta nella sua storia. Ancora prima dei festeggiamenti, si è iniziato a pensare all’ampliamento del vecchio “Ezio Scida”, troppo piccolo con i suoi 9.500 posti. “L’Amministrazione sta lavorando per un ampliamento a 16 mila posti. Speriamo di vedere presto il progetto e comunque non ci dovrebbero essere impedimenti a giocare la prima partita in Serie A a Crotone”, affermava il 12 aprile il presidente Vrenna. L’auspicio non propriamente raggiunto. “La prima partita casalinga il Crotone dovrà disputarla fuori sede ma lo Stadio sarà nella disponibilità dei rossoblù per il 18 settembre”, ha chiarito il neo sindaco Ugo Pugliese il 10 agosto, in un incontro con il F.C. Crotone. Ma per l’avvio dei lavori era necessaria l’autorizzazione della Soprintendenza archeologica. Tutt’altro che una formalità. Già perché l’impianto sportivo, inaugurato nel 1946 e ristrutturato nel 2000, insiste sui resti della città magno greca di Kroton. Motivo per cui sull’intera area esiste un vincolo sia diretto che indiretto “in rapporto alle testimonianze archeologiche accertate dalle indagini effettuate a partire dal 1981”, specifica la Soprintendenza. Il che significa divieto assoluto di edificabilità. Con queste premesse impossibile stupirsi del “parere negativo sul progetto” espresso dal Soprintendente archeologo della Calabria ad interim Salvatore Patamia il 3 giugno. Parere che, è più che probabile, abbia tenuto conto “che nel 1998, promossa la squadra in serie B, la ristrutturazione della curva nord fu eseguita danneggiando irreparabilmente parte delle vestigia magno-greche sottostanti”, scrivono Linda Monte e Margherita Corrado, presidenti delle associazioni culturali crotoniati che seguono con preoccupazione la vicenda, “Gettiti di Vitalba” e “Sette Soli”.

“Noi vogliamo giocare qui ma l’interesse del club è fare l’ampliamento immediato della Tribuna coperta. Quindi chiediamo al Comune di concentrarsi su di essa. Il club può dare una mano, anche economicamente, sul resto”, la risposta di Vrenna. Così ecco un nuovo tentativo. Peccato che il 13 luglio la Soprintendenza esprima ancora un parere negativo. “Sarebbe stato impossibile autorizzare un progetto che prevedeva, per la realizzazione della tribuna centrale, uno scavo. E poi questo avrebbe significato la sostanziale tombatura dei resti antichi, per sempre”, spiega Salvatore Patamia. “Questa decisione improvvisa e inaspettata rischia di vanificare i nostri sforzi e di deludere le attese della gente di Crotone: faremo di tutto affinché il Crotone giochi a Crotone”, la reazione del sindaco Ugo Pugliese.

Ma l’ampliamento dello stadio è anche una questione politica. “Le entusiastiche dichiarazioni seguite alla conquista della serie A si stanno smorzando di fronte a problematiche tecniche e burocratiche che non sono di questi giorni ma datano anni.”, dichiarava Pugliese, il 10 giugno, prima delle elezioni amministrative che lo avrebbero consacrato sindaco. Dopo poco più di un mese le speranze di una felice soluzione alla vicenda, naufragate. Quindi, fine della storia? Certo che no. All’improvviso ecco l’inaspettato “colpo di teatro”. Il progetto iniziale rivisto. “Non più strutture che prevedono uno scavo in profondità per la loro messa in opera ma un complesso di elementi appoggiati direttamente sul terreno”, spiega l’assessore allo Sport, Frisenda. Così la Soprintendenza cambia parere. Più precisamente lo muta la nuova Soprintendenza archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone, nata dall’accorpamento tra la Soprintendenza archeologia della Calabria e quella architettonica, secondo la riforma Franceschini. Cambio di rotta abbastanza repentino. Il 14 luglio l’incontro, alla presenza del sindaco, tra l’assessore ai Lavori Pubblici Sinopoli, quello allo Sport Frisenda, il dirigente ai Lavori Pubblici del Comune De Martino e il nuovo Soprintendente, Pagano.

“Lunedì l’amministrazione presenterà una nuova soluzione tecnica ed entro mercoledì il Soprintendente, dopo l’esame, la rappresenterà alla Commissione Regionale dei Beni Culturali, impegnandosi nel più breve tempo possibile a rilasciare la relativa autorizzazione”, dichiara Pugliese al termine dell’incontro. Ed ecco che il 19 luglio il Soprintendente “autorizza l’occupazione temporanea dell’area sottoposta a tutela diretta e indiretta con installazioni provvisorie, prefabbricate di tipo leggero, completamente rimovibili, senza operazioni di scavo, per un periodo di due anni”. Una autorizzazione, pur se corredata da precise prescrizioni. Notizia che non deve aver colto proprio di sorpresa l’amministrazione, dal momento che il 22 luglio era fissata l’apertura delle buste per le offerte relative agli appalti per l’impianto di illuminazione e di videosorveglianza dello stadio. L’8 agosto l’apertura delle buste e l’assegnazione della gara per l’ampliamento della curva sud. I lavori in procinto di iniziare. Ma intanto procedono quelli per l’ampliamento della tribuna coperta removibile, dei quali si occupa la società calcistica.

“Sarebbero queste le “strutture prefabbricate, di tipo leggero” che il Comune ha chiesto di installare e il Soprintendente ha prontamente autorizzato?”, si chiedono Linda Monte e Margherita Corrado. Dando un’occhiata al cantiere alle spalle della vecchia tribuna, la loro apprensione sembra più che giustificata. Alla fine i beniamini di casa si potranno ammirare dalle gradinate del nuovo “Ezio Scida” dalla seconda partita casalinga. Ma rimane un dubbio. L’esito della vicenda, un merito o un demerito della Soprintendenza? Quanto meno la rapidità della decisione sembra alimentare qualche perplessità. Quel che è certo è che a Crotone si è sostanzialmente riscritto un articolo del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. Anche il vincolo diretto e indiretto potrà essere superato. Un modo come un altro per diventare “famosi”.

foto da Wikipedia di RennyDJ