Fatti a motore

Ford, il primo veicolo a guida autonoma arriverà in commercio nel 2021

L'ad Mark Fields: "la nostra auto non avrà sterzo, nè pedali di acceleratore e freni. Sarà una rivoluzione". E intanto il costruttore americano insieme ai cinesi di Baidu investe 150 milioni di dollari in un'azienda specializzata nei radar-laser

Cinque anni. E’ il tempo che servirà a Ford per proporre sul mercato un veicolo commerciale a guida completamente autonoma, da produrre in gran numero e non solo come show car o “laboratorio” tecnologico. Parola dell’amministratore delegato Mark Fields, che ha anche specificato come il nuovo mezzo sarà decisamente un upgrade rispetto a quanto visto e sperimentato finora: “non avrà lo sterzo, non avrà il pedale dell’acceleratore e nemmeno quello dei freni. E, naturalmente, non avrà bisogno del conducente”.

Una descrizione che porta dritta al Livello 4 di autonomia delle self driving car messa a punto dalla SAE International (l’ente preposto a definire gli standard ingegneristici dei veicoli), solo uno step indietro rispetto al grado massimo della scala che va da 0 a 5. Quello, in pratica, secondo cui l’auto è in grado di gestire in completa autonomia ogni aspetto della guida.

Una mezza rivoluzione, insomma, che lo stesso Field non fatica a descrivere come portatrice dello “stesso impatto sulla società che ebbe la catena di montaggio introdotta da Henry Ford un secolo fa”. Affermazione che andrà verificata più in là. Per ora c’è da registrare che la Ford ha potenziato il suo centro di ricerca di Palo Alto, nella Silicon Valley, raddoppiando il numero degli addetti impiegati.

C’è poi l’aspetto della tecnologia, e anche qui la casa dell’Ovale Blu sta accelerando. Grazie alla collaborazione con ben 40 start up che operano nell’ambito dell’automazione dei veioli, ma anche al recente investimento effettuato insieme alla cinese Baidu: 150 milioni di dollari nella Velodyne Lidar, azienda specializzata nella produzione dei cosiddetti radar-laser. Si tratta di sofisticati sensori molto utilizzati nell’ingegneria aerospaziale, fondamentali anche nella gestione della guida autonoma. I frutti di questo lavoro si vedranno tra 5 anni.