Società

L’apericena ai tempi dell’Isis

Le metastasi degli apericena sulla spiaggia, il divertimento coatto, gli sguardi allucinati, il mare ridotto a comparsa, la vacuità assordante, e anche io mi ritrovo tra questi esseri umani che sono miei simili, anche io “apericenando” insieme al mio amico Roby Rosi.

Un senso di pietà infinita mi coglie, ogni luogo è un virtuale teatro di guerra, anche questa spiaggia chic della Versilia. Corpi abbronzati dal sole o dalle bombe sempre in agguato.

Non c’è pace al mondo perché non c’è giustizia, è così semplice, ed è così terribile. E allora ascolto le poesie sfavillanti di Roby Rosi per credere ancora nella giocosità della vita, e filmo per cristallizzare il tempo che fugge senza pietà. Mi viene in mente l’aforisma del mio amico Silvano Agosti: “Purché tu sappia che la superficie del mare non è il mare“. Una gaiezza macabra, fantasmi carnivori con apericena e oblio di contorno, purché sappiate che la guerra non ha più confini, e le stelle filanti dell’orrore ci seguono passo dopo passo, perché non c’è giustizia, perché non c’è pace, perché ci sono gli apericena.

Aforisma del giorno
Bisogna vegliare sui propri sogni.