Media & Regime

Giornali, di tette e lati B ce n’è per tutti. Perché stupirsi delle ‘cicciottelle’?

Alla fine il direttore di Qs è stato rimosso dall’incarico. L’imperdonabile – a onor di eufemismo – gaffe è stata punita. Non voglio difendere l’indifendibile. Quel titolo sulle “cicciottelle” offende lo stesso buon senso.

Quello che mi sorprende è l’indice dietro il quale non ci si può nascondere del pubblico vilipendio. Per carità, benedetto anch’esso, dal momento che senza l’intervento dei catoni digitali Giuseppe Tassi sarebbe probabilmente ancora al suo posto, convinto della bontà del suo operato. Ma, mi chiedo, perché meravigliarsi oggi, anno domini 2016, di quel titolo? È come Salvini che si meraviglia dei femminicidi di Lucca e Caserta, chiedendosi come sia possibile che al giorno d’oggi “ci siano vermi che invece di ragionare, ammazzano?”.

Beh, da parte di chi ha paragonato la presidente della Camera Laura Boldrini a una bambola gonfiabile forse non ci si aspettava tanto biasimo. Esaustiva in proposito la risposta, sempre via Twitter, di Fabio Nacchio che, offese a parte, fa notare in maniera poco british che fino a quando politici come il segretario leghista “assoceranno in pubblico le donne a bambole gonfiabili piuttosto che insegnarne il rispetto” sarà possibile questo ed altro.

Non diversa è la sostanza del maître à penser Vincenzo De Luca. Per il presidente della Campania il sindaco Virginia Raggi è una “bambolina imbambolata”.

Eccoci allora al punto. Non siamo tutti dei piccoli San Tommaso a sbirciare increduli e scandalizzati il titolo delle tre cicciottelle? Non ci è bastato infilare il dito nel costato delle prime pagine di quello che sono diventati ormai i giornali italiani e – non si sa se per causa o effetto – i loro lettori?

Prima di rispondere ecco un breviario per i miscredenti. Un breviario che altro non è che una rapida rassegna di titoli che compaiono nella giornata odierna sulle prime pagine dei giornali. Pronti? Ecco qua la danza di Salomè in formato tipografico: “Le British: tutte smart e hot come Kate, Sienna, Liz & Co”; “Il topless social di Patty Pravo a 68 anni regina dell’estate”; “Canalis, scatti hot in America: la ex velina sexy a Los Angeles”; “Tatangelo, sirenetta super hot su Instagram!”; “Maggiorate: la classifica delle nazioni con il seno più grande”.

Questi alcuni titoli tratti dalle prime pagine. Prime pagine, già. Almeno il Sun ha pagina 3. Ma andiamo avanti. Di tette e culi ce n’è per tutti i gusti. E per tutte le discipline. Quindi, se le tre cicciottelle (di cui quasi tutti i media scandalizzati dimenticano i nomi: Guendalina Sartori, Claudia Mandia e Lucilla Boari) sono quasi campionesse di tiro con l’arco,  sappiamo cosa aspettarci dalla spiaggia: “Rio 2016, beach volley: lati B da urlo a Copacabana”. O dalla pedana: “Rossella Fiamingo, argento a Rio e oro in bikini: le foto da urlo, lato B disegnato col compasso”.

Ho scelto volutamente solo i giornali di informazione. Per quelli scandalistici rischierei di prosciugare lo spazio del server de ilfattoquotidiano.it.

Ma la fiera del lubrico non fa distinzione di palato. Ecco accontentate anche le lettrici: “I migliori pacchi degli atleti alle Olimpiadi”; “Olimpiadi 2016, il portabandiera di Tonga fa impazzire il web”, “Ecco l’anello “da pene” che misura le prestazioni sessuali”.

Nemmeno la cronaca e la scienza sfuggono alle testate al testosterone. Qualche esempio recente? Et voilà: “Ladro messo ko da una poliziotta in bikini”; “I sex toys ispirati ai Pokémon”; “Orgasmo femminile, scoperto il mistero dietro al culmine dell’eccitazione sessuale”; per chiudere con lo scoop alla ptialina che non è sfuggito a nemmeno una delle grandi testate nazionali: “Le foto di Melania Trump nuda sul New York Post”.

Quindi, mi chiedo, di che ci stupiamo?