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Omicidio stradale, finora la nuova legge non ha avuto alcun effetto deterrente

Nei tre mesi successivi dall'entrata in vigore della norma, rispetto allo stesso trimestre 2015 gli episodi di pirateria sono cresciuti del 20% ed i feriti del 16,9%. Uguale, invece, il numero dei decessi. Diminuiscono però i casi di ebbrezza da alcol

La legge sull’omicidio stradale, la n° 41 del 2016, è entrata in vigore il 25 marzo scorso. Grazie ai dati comunicati dall’Osservatorio Asaps (Associazione amici della polizia stradale) è possibile fare un consuntivo dei primi tre mesi successivi (aprile, maggio e giugno), tirando fuori un primo bilancio. Confrontando i numeri del trimestre in oggetto con quelli relativi allo stesso periodo del 2015, l’evidenza più importante è che l’effetto deterrente sulla pirateria della strada, che in molti auspicavano, in realtà non c’è stato.

Anzi, se possibile la situazione è andata ulteriormente deteriorandosi. Sono stati 295 gli episodi di pirateria stradale, contro i 245 del trimestre 2015: un aumento del 20% (che considerando i numeri complessivi del primo semestre diventa del 14,9%). Gli incidenti hanno provocato il ferimento di 366 persone, il 16,9% in più rispetto ad aprile-maggio-giugno 2015. Il dato più sconfortante, tuttavia, è quello che riguarda il numero dei decessi: 33, esattamente come quelli del 2015. L’unico raggio di luce, se così si può chiamare, viene dai casi di ebbrezza da alcol, che passano dal 17,9% dello scorso anno al 15,2% attuale.

Tutto inutile, dunque? Niente affatto, per diversi motivi. Innanzitutto, per una valutazione complessiva bisognerà aspettare quantomeno i dati relativi a fine anno e quelli successivi, sull’anno pieno. Difficile pensare infatti che la legge sull’Omicidio stradale potesse contribuire a ridurre gli incidenti in tempi così brevi. Va sempre ricordato, inoltre, che la norma è stata pensata per agire sul versante squisitamente giuridico introducendo pene più severe, e non sull’educazione stradale.

C’è poi una questione che riguarda la sensibilizzazione e la reale conoscenza delle conseguenze di certe azioni, come sottolinea il presidente dell’Asaps Giordano Biserni: “la gente non ha capito a cosa va incontro, specie i giovani. Appena cominceranno ad esserci sentenze definitive con pene di diversi anni di carcere da scontare, molti realizzeranno cosa sta succedendo. E comunque già stiamo assistendo a condanne più pesanti per reati con la vecchia legge, segno che i giudici si stanno adeguando anche psicologicamente alle nuove norme”.