Cronaca

Attentato Nizza, capo antimafia Roberti: “Puglia? Nessun parco terroristi Isis in Italia”

“Quello che sappiamo è che ci sono delle indagini a cura della Procura di Bari, perché alcuni elementi legati alla strage di Nizza portano a fare indagini in Puglia. Ma non possiamo certo dire che la Puglia sia il parco per i terroristi in Italia“. Lo ha detto il Procuratore nazionale antiterrorismo e antimafia, Franco Roberti, durante la trasmissione “24 Mattino – Attenti a noi due”, su Radio 24, a proposito del cittadino tunisino che, come ha rivelato Alfano, avrebbe avuto contatti con l’attentatore di Nizza e che ha vissuto per alcuni anni a Gravina di Puglia. Il magistrato puntualizza: “Come si fermano questi ‘lupi solitari’? Sono fenomeni che stanno sorgendo in questo periodo e prima non se ne aveva notizia. Bisogna adeguare le modalità investigative e il nostro modo di pensare le indagini preventive, cercare di capire cosa passa per la testa di questi soggetti, comprenderne la psicologia. Poi c’è il grave tema della rete. Tutto avviene nel web“. Roberti poi risponde sullo scontro con il ministro Alfano: “Non è questione di fare polemica. In questo momento tutte le istituzioni sono chiamate a fare il massimo sforzo per assicurare un contrasto efficace a questi fenomeni. Dobbiamo essere consapevoli tutti insieme dell’estrema delicatezza del momento e della necessità di non fare circolare informazioni in modo intempestivo. La regola è di fare le indagini in modo assolutamente riservato, parlandone dopo che si sono concluse, perché chi ha interesse a sapere in anticipo queste cose potrebbe regolarsi di conseguenza e prendere un vantaggio nelle indagini”. Replica tagliente anche al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che il 4 luglio scorso ha dichiarato che sono stati sventati due o tre attentati grazie all’intelligence: “A noi non risulta, perché tutto ciò che fa parte della prevenzione che consente di sventare gli attentati può anche non entrare nel circuito comunicativo tra le istituzioni. Se c’è da prevenire a livello di intelligence e di forze di Polizia, si deve prevenire e poi forse è opportuno che la magistratura ne venga informata