Società

Nizza, stragi e Pokémon Go. Ma il mondo non ha ancora smesso di stupirmi

Siamo presi a sberle da una raffica di eventi.

Un’altra strage. Un incidente. Treni, polemiche. Mafia. Un attentato. Un’altra strage ancora e ancora. Sempre più cruente e per ragioni che non viviamo sulla nostra pelle con coscienza. Parlo da cittadino del mondo, da osservatore, curioso e studioso. Scrivo da intelletto che sa di non sapere, da ignorante cosciente perché cosciente di essere sempre più desideroso di sapere e avvilito per l’infinita quantità di sapere che mai, mai, potrò gestire in toto.

Baghdad, New York, ramadan, Londra, auditorium, Istanbul, Washington, Pokémon, Orlando, sindaco, Riina, Pkk, Nizza, Ankara, Isis, Vaticano, Parigi, Bruxelles, Dacca, Profilo, Snowden, Brunch, Clk, Sdd, Like, sospetti, europei, Brexit, Pil, MotoGp, killer, Armenia, Burger King, Qandeel, Pepe… Dobbiamo saper distinguere. Dovremmo, e dovrebbero metterci nella condizione di farlo ma ho forti timori (se non certezze che la confusione sia un piacevole risultato ottenuto scientemente).

Più scopro e più mondi si aprono. Più mondi si aprono e più chiedo alle persone che incontro, indago, ricollego fatti e avvenimenti, argomenti differenti, ragioni che collidono in ogni ambito, confronti e scontri continui dove la verità raccontata è parte, è solo una porzione della realtà reale.
Come quando navigo con il browser e inizio ad aprire pagine per argomenti e poi schede su schede nelle stesse pagine e poi la Cpu non regge e il software crasha!

Attentati. Contro attentati e vendette. Quali sono le ragioni di tanta crudeltà.

La follia è l’unica motivazione?
Sarebbe follia crederlo.

Ma la follia è ciò che vediamo attorno a noi, continuamente bombardati da informazioni ingestibili. Non abbiamo il tempo di renderci conto e metabolizzare che immediatamente lanciano i Pokémon a Central Park e centinaia di migliaia di persone sembrano impazzite per un personaggio virtuale che vogliono “possedere”. E non solo in America.

Sono tanti, si divertono e si allontanano dalla realtà.

E la rete si contagia di dimensioni talmente contrastanti che trovi Bush colpito da un Pokémon in un documentario che lancia il sospetto di coinvolgimenti sauditi tra complottismi e documentazioni da wikileaks.

Poliziotti uccidono ancora per razzismo, poi le condanne, poi le scarcerazioni, poi le mazzette, poi le cauzioni e poi poliziotti uccisi e poi vedi Serpico e dici “capito?”

È morto Bernardo Provenzano e non è un dettaglio (con tutto il mondo che si tira dietro) e chissà quanti sospiri di leggerezza saranno nati al momento della notizia. Quante verità della nostra storia più amara si sarà portato con se. E domani (19 Luglio) di 24 anni fa Claudio Traina, Emanuela Loi, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli e Agostino Catalano morivano insieme a Paolo Borsellino, in via D’Amelio nella mia Palermo e, ancora oggi, un’agenda rossa sembra essere sparita nel nulla.

Ma la storia è quella che ci raccontano o quella che viviamo di persona?
La storia è quella che viviamo dal nostro punto di vista o è la somma dei punti di vista.

Tutto risulta parziale e mi ossessiono da solo perché non è possibile stare dietro a tutto, comprendere le ragioni di ognuno, non è possibile giudicare con chiarezza o prendere posizione avendo la certezza di stare dalla parte giusta.

Chi si difende? Chi subisce? Chi attacca? Per quali motivi?
Intanto, la certezza è che milioni d’innocenti, nel posto sbagliato, al momento sbagliato, continuano a morire sin dall’inizio dei tempi, a morire sotto gli occhi di tutti noi, distratti o no, impotenti.
Populismo? No, riflessioni profonde in cui mi perdo e mi ritrovo perché continuo a chiedermi e cercare risposte per cercare di agire per rendere il mondo un posto migliore. Perché dipende da noi. Da tutti noi.
Poi capisco.

Un video di una semplicità disarmante e tra la disperazione e la confusione trovo un attimo di pace, un attimo che mi proietta verso la nostra essenza, mi disarma, mi spoglia e mi smonta di tutte le ansie e le domande che cercano risposte, è tutti li. Un animale (che viene dichiarato essere un toro) manifesta la reazione che la natura ha previsto verso l’uomo: l’amore, l’affetto.
Non so se poi il contadino (come alcuni commenti evidenziano) cambi comportamento e maltratti o torturi la bestia, ho scelto questo video per il messaggio che rende in se stesso: evidenzia che in base al trattamento che riserviamo alla natura il risultato è pacifico. Così avviene con molti dei cani considerati feroci, persino con i felini predatori.
Sembra semplicistico ma in realtà è semplice.
Una differente interpretazione dell’uomo verso questo pianeta, verso le persone, verso gli animali e il mondo cambia e diventa un posto migliore, così.

Lo sappiamo, l’uomo è l’unico che uccide anche senza ragioni di sopravvivenza e non si rende conto del male che si procura.

Dipende da noi, da ognuno di noi.
#‎SoloAmore