Europei di Calcio Francia 2016

Portogallo-Francia, Candela: “Vinceremo 3 a 1. Ma la mia era una nazionale di campioni, questa è solo una buona squadra”

L'ex difensore dei Bleus e della Roma non ha dubbi: "Siamo superiori ai lusitani, ma giocare in casa può essere un'arma a doppio taglio, la pressione può giocare brutti scherzi. Ma alla fine festeggeremo sotto la Tour Eiffel come nel '98, come nel 2000"

Lui sa come si fa. Vincent Candela c’era quando la Francia ha vinto il suo ultimo Europeo nel 2000. C’era anche quando ha vinto la finale dei Mondiali ’98 in casa. E da buon francese stasera sarà di nuovo a Saint-Denis per Portogallo-Francia, la finalissima di Euro 2016. Una partita “da uomini veri, prima che da campioni”. Che la “Francia ha tutte le possibilità di vincere, pur essendo lontana anni luce dalla nostra nazionale di Zidane. Ma è tutto il calcio internazionale ad essere sceso di livello, come si è visto anche in questa edizione”, spiega l’ex difensore della Roma. “Siamo favoriti, non possiamo non vincere. E forse proprio questa è l’unica cosa che ci può fermare”.

Vincent Candela, come si vince un Europeo?
Non esiste una formula magica. Tutti parlano di campioni, moduli, allenatori. Ma la verità è che in questi tornei arrivano in fondo solo le squadre vere. Ci vuole un gruppo unito, umiltà, grande senso di appartenenza. E tutto sommato dall’esterno mi pare che la Francia abbia queste qualità.

Le piace la nazionale di Deschamps?
Sono i risultati a darle ragione. Ora in tanti stanno salendo sul carro, ma io ricordo le polemiche sulle convocazioni, l’esordio contro la Romania, i fischi del pubblico. Non era facile ma dai giocatori al ct hanno tutti grandi meriti: sono riusciti a farci sentire orgogliosi di essere francesi. Manca l’ultimo tassello per completare l’opera.

Portogallo-Francia, appunto. Che partita sarà?
Spettacolare, credo e mi auguro. La Francia non è una squadra che può solo difendere, e anche il Portogallo non viene a Parigi per fare catenaccio. Mi aspetto diversi gol. Partiamo favoriti, l’unica incognita può essere la pressione.

Cosa vuol dire giocare in casa la finale di un grande torneo internazionale?
È un’arma a doppio taglio: una cosa che ti capita una sola volta nella vita, un’occasione irripetibile che sai di non poter sprecare. La pressione è forte e ti può schiacciare. Ricordo nel ’98 la vigilia della finale, ma per noi era diverso: la Francia non aveva mai vinto un mondiale, giocavamo contro il Brasile di Ronaldo che sembrava imbattibile, non avevamo nulla da perdere. Paradossalmente credo che per questi ragazzi oggi sia più difficile: loro possono solo vincere, altrimenti sarà un fallimento.

Dall’altra parte ci sarà Cristiano Ronaldo.
Sono una formazione difficile da battere, con un grande campione, e avranno il vantaggio di giocare a mente libera. La Francia, però, è superiore, è un gruppo unito con più talento di quel che si pensi: poche altre nazionali a questi Europei potevano permettersi di schierare insieme giocatori come Pogba, Griezmann e Payet. Forse qualcuno li aveva un po’ sottovalutati.

Meglio questa o la sua Francia?
Non scherziamo: il paragone non esiste neanche. Quella era una nazionale di campioni, una generazione d’oro con un fuoriclasse assoluto come Zidane. Questa è solo una buona squadra. Ma vincerà di nuovo.

Sicuro?
Assolutamente: finirà 3-1 con gol di Griezmann e Pogba, che è stato criticato troppo. E poi tutti sotto la Tour Eiffel a festeggiare. Come nel ’98, come nel 2000. Ricordo bene come si fa.

Twitter: @lVendemiale