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Brexit, Casa.it: “Crollano i prezzi delle case in Uk. Boom di richieste in Scozia”

Il valore di vendita delle abitazioni, secondo il centro studi del portale, nel Regno Unito cala del 5,5%, mentre la domanda è sprofondata del 19% in quattro giorni. Gli operatori temono lo spettro di una bolla immobiliare

Pochi giorni dopo la Brexit, il valore di vendita delle case nel Regno Unito cala del 5,5%. In picchiata anche la domanda di abitazioni in Gran Bretagna, crollata del 19% in quattro giorni, mentre è boom delle richieste di case in Scozia (+150%) da parte di famiglie del resto del Paese. Questi i numeri forniti dal centro studi di Casa.it, che ha approfondito l’impatto del divorzio tra Londra e Bruxelles sul mercato immobiliare.

“Lo spettro di una bolla Brexit, sul mercato residenziale londinese viene considerata più che probabile dalla maggioranza degli operatori locali, soprattutto per quanto concerne il segmento top del mercato – spiega Alessandro Ghisolfi, responsabile del centro studi di Casa.it – Sebbene nell’ultimo trimestre i valori di vendita delle case a Londra abbiano registrato una nuova crescita del 9,8%, la Brexit ha, nel giro di poche ore, fatto scendere i valori delle trattative di 5,5 punti percentuali. Oggi le case di Londra valgono in media 33mila euro in meno rispetto ai prezzi record registrati 7 mesi fa, il costo medio di un appartamento è valutato intorno ai 590mila euro.”

Anche il mercato degli immobili di pregio ha subito un rallentamento, spiega Casa.it, soprattutto nelle zone top come il quartiere di Kensington e l’area di Notting Hill. “Gli ultimi dati registrano una caduta della domanda per le zone top di Londra del 2,5% nell’ultimo trimestre, rispetto al trimestre precedente – prosegue Ghisolfi – Il quartiere di Kensington nel secondo trimestre ha registrato un calo della domanda dell’11,8%, seguito da un -10,7% per l’area di Notting Hill”.

Ma i più colpiti dal referendum, secondo Ghisolfi, sono gli azionisti delle società di sviluppo che stanno operando sul mercato londinese: “Le loro azioni hanno già subito delle riduzioni di valore superiori al 25% un’ora dopo l’apertura dei mercati il 24 giugno, a urne chiuse e risultati acquisiti”.