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Cina: volevano distruggergli il villaggio, Fan Heupei è carnefice e vittima

E’ successo pochi giorni fa nel villaggio di Xuegang, nella regione centrale dell’Henan, in Cina. Fan Huepei, 36 anni, ha ucciso a coltellate un operaio dell’azienda elettrica, il vicedirettore della locale amministrazione stradale ed un tecnico degli impianti di climatizzazione condominiale, ferendo altre due persone. Prima di essere a sua volta ucciso dagli agenti ha postato sul web un messaggio in cui confessava il massacro e spiegava di “non poter più vivere” dopo la demolizione della casa in cui abitava. All’origine del gesto, l’ordine di abbattere l’intero villaggio rurale da parte delle autorità regionali, al fine di sfruttare i terreni per realizzare centri commerciali e grattacieli da vendere sul mercato privato. A fare esplodere la furia omicida di Fan Huepei anche l’inadeguatezza degli indennizzi offerti dallo Stato: circa 2.500 euro in tre anni per ogni membro della famiglia.

Fan Huepei è un omicida, ma, scusate se ai miei occhi egli appare più come una vittima che non come un carnefice. E, come me, la pensano migliaia di cinesi che, conosciuto l’episodio, l’hanno elevato addirittura al rango di eroe nazionale, ed hanno attivato collette per aiutare la sua famiglia.

Migliaia di cinesi che forse cominciano a rendersi conto di cosa significhi sviluppo e globalizzazione. E che forse comprendono anche le vili menzogne di un governo che afferma che “case e terreni sono beni collettivi a disposizione dell’interesse pubblico“, e che ritiene un pericoloso sovversivo chi si oppone.

Zhengzhou, circa 8 milioni di abitanti, la capitale appunto dell’Henan è un buon esempio della squallida e ben differente realtà cinese. Lì è stato realizzato “Zhengzhou New District” nella zona sud della città. Esso è definito una “ghost town”, una città fantasma, una città in massima parte inabitata a causa degli alti prezzi degli alloggi.

L’abbattimento di Xuegang fa parte di quella politica governativa che prevede l’abbandono forzato delle campagne per andare ad alimentare la tigre cinese. 500 milioni di abitanti negli ultimi cinque anni sono stati trasferiti con la forza dalle campagne alle città, ed altri 200 milioni è previsto che abbandonino le campagne nei prossimi anni.

Urbanesimo forzato, abbandono della campagna… Ma dove sta il problema, visto che si può acquisire la terra coltivabile all’estero. Così la Cina ha affittato per cinquant’anni tre milioni di ettari coltivabili in Ucraina, l’ex granaio dell’Unione Sovietica. Il più grande caso di land grabbing al mondo. Così funziona il capitalismo in salsa cinese.