Politica

Italicum, Renzi alla minoranza Pd: “Legge elettorale non si discute, nessun collegamento con referendum”

Dal Giappone, dove è impegnato per la conferenza conclusiva del G7, il presidente del Consiglio risponde a Bersani che si è detto disponibile a votare sì alla consultazione di ottobre in cambio del doppio turno di collegio. Secco il rifiuto del premier-segretario: "Sistema elimina il rischio degli inciuci permanenti. Polemiche interne sulle riforme sono autoreferenziali"

“L’Italicum non si discute”. Da Ise-Shima, in Giappone, dove è impegnato per la conferenza conclusiva del G7, il presidente del Consiglio Matteo Renzi risponde a Pier Luigi Bersani. Ieri l’ex segretario si era detto disponibile a votare sì al referendum costituzionale di ottobre a patto che il governo sostituisca la legge elettorale – approvata con tanta fatica – con il doppio turno di collegio, cioè il sistema francese che da anni è la proposta del Partito democratico. Una proposta bocciata già ieri dai vertici democratici, Debora Serracchiani e Lorenzo Guerini, su cui oggi il premier torna, spiegando il perché l’Italicum è intoccabile. “Dà la certezza a chi arriva prima di governare – dice Renzi – E’ una legge molto semplice che dice che chi vince le elezioni può governare, è fondamentale nel rapporto tra politici e persone. Ed elimina il rischio degli inciuci permanenti“. Per il premier-segretario, inoltre, “non può esserci nessun collegamento tra legge elettorale e referendum costituzionale”. Ma “chi vuole votare no ha tutto diritto di farlo…”.

“Abbiamo offerto ai cittadini la possibilità di essere arbitri del proprio futuro, loro decideranno – aggiunge Renzi – Sono convinto che lo faranno come dicono loro non come viene suggerito da un capo di un partito o l’altro”. “Nessuno che sostiene la forza della politica può votare contro – prosegue – è la più grande riforma di riduzione del costo della politica. Se vince il no ci teniamo le regioni come sono, se vince il sì c’è una riduzione dei politici e del costo dei consiglieri regionali. E’ una sfida grossa”.

E alla minoranza Pd dice che “c’è un governo in Italia che sta realizzando alcune riforme ferme da anni. Che il massimo della discussione sia la modalità di designazione dei parlamentari, un dibattito interno e autoreferenziale della classe politica, mi lascia perplesso: se a la discussione interna del principale partito deve essere le modalità, capisco le ansie, ma mi sembra riduttivo” invece di affrontare il “vero dibattito della sinistra nel mondo tra libertà e uguaglianza”.

Ma Renzi parla a tutto campo e tocca anche il tema migranti, dopo i naufragi delle ultime ore nel Canale di Sicilia e dopo gli interventi da parte dei mezzi della Marina italiana che hanno permesso di salvare oltre 4mila persone in poco meno di due giorni. Per il premier “parlare di emergenza migranti al momento è fuori luogo”, visti i numeri degli arrivi, agevolati dalle condizioni meteo e del mare, che sono in linea con quelli dello scorso anno. Il premier lancia però un appello alla comunità internazionale: “Bisogna passare ora dalla fase della condivisione a quella della concretezza” . Questa la risposta a chi gli chiede un commento sulla posizione dei leader che hanno condiviso la questione immigrazione come ‘sfida globale‘, offrendo il loro sostegno. “Il Migration Compact va bene” ora “aspettiamo la fase di concretizzazione” per iniziare a lavorare con i primi paesi che sono stati già individuati, come il Niger. Quelli sotto la fascia subshariana, interessati a lavorare con Ue”. “Speriamo che da qui al prossimo Consiglio Ue tra un mese la questione non sia solo un tema sul tavolo ma ci sia un messaggio concreto dell’Ue”.