Cronaca

Vaticano, il Papa abbraccia l’imam di al-Azhar. “Il nostro incontro è il messaggio”

Bergoglio ha invitato Ahmad Muhammad al-Tayyib, a capo del principale ateneo dell'islam sunnita. Nel 2006 la citazione pronunciata da Ratzinger su Maometto aveva di fatto congelato i rapporti con l'università egiziana. Il gesuita e islamologo padre Samir: "Passo per affrontare uno dei temi chiave della crisi del mondo musulmano"

Papa Francesco ha abbracciato il Grande Imam dell’Università di Al-Azhar, Ahmad Muhammad al-Tayyib (nella foto accolto in Vaticano dal cardinale Jean-Louis Tauran), principale ateneo dell’islam sunnita, considerato una sorta di Vaticano dei musulmani. Un incontro che rappresenta un nuovo grande successo di Bergoglio nel dialogo interreligioso e pone fine all’incidente causato, nel 2006, dalla citazione su Maometto pronunciata da Benedetto XVI all’Università di Ratisbona che aveva di fatto congelato i rapporti con al-Azhar e la Santa Sede. Il pontefice aveva infatti citato un dialogo tra Manuele II Paleologo e un persiano colto, in cui si affermava Maometto ha introdotto solo “cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede”. Il colloquio privato è durato 25 minuti. “Il nostro incontro è il messaggio”, ha detto il Papa accogliendo in Vaticano il Grande Imam al quale ha regalato una copia dell’enciclica Laudato si’ insieme al medaglione della pace.

Nel febbraio scorso monsignor Miguel Angel Ayuso Guixot, segretario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, accompagnato dal nunzio apostolico in Egitto, l’arcivescovo Bruno Musarò, aveva fatto una visita ad al-Azhar, prestigiosa istituzione musulmana sunnita, per preparare l’incontro col Papa. La delegazione era stata ricevuta da Abbas Shuman, vice del Grande Imam e, secondo quanto riportato dalla Sala Stampa della Santa Sede, tutto si era svolto “in un clima di grande cordialità” e si era discusso della “necessità di una ripresa del dialogo tra le due istituzioni, come auspicato da Papa Francesco e da varie persone di buona volontà”. L’intesa raggiunta era di “proseguire e intensificare tale dialogo per il bene dell’umanità”.

Per padre Samir Khalil Samir, gesuita egiziano, docente di islamologia a Beirut e al Pontificio Istituto orientale di Roma, “l’idea di invitare in Vaticano il Grande Imam di al-Azhar è stata una scelta molto buona, fatta nel momento giusto”. “Durante il pontificato di Benedetto XVI – spiega padre Samir – i rapporti erano delicati, visto che il conflitto era nato quando erano state prese a pretesto alcune sue parole, che in realtà non erano rivolte contro nessuno, ma difendevano la libertà religiosa. L’invito è un modo per riprendere il dialogo con l’islam sunnita, perché al-Azhar, com’è noto, è l’ateneo che forma il più gran numero di imam sunniti, migliaia all’anno, ed è l’università musulmana più famosa, esistendo da più di mille anni”.

Per l’islamologo “quello del Vaticano è un passo per riprendere il contatto con uno dei maggiori centri di formazione intellettuale dell’islam, e quindi per affrontare uno dei temi chiave della crisi del mondo musulmano. Il mondo islamico – spiega ancora padre Samir – sta vivendo oggi forse la più forte crisi mai vissuta negli ultimi decenni. Un vero e proprio ‘scontro interno’, provocato dall’ideologia propagata dal sedicente stato islamico, Is o Daesh. Un’ideologia, quella dell’Isis, inaudita, inaccettabile e che fa torto allo stesso mondo islamico. Il pretesto di ricreare i califfati è senza alcuna giustificazione e non si capisce perché chiami in causa l’Occidente. Proprio per questo è molto utile oggi sostenere il mondo musulmano. Non serve combatterlo, ma piuttosto serve stargli vicino e offrirgli la propria esperienza, visto che nella Chiesa cattolica abbiamo sperimentato problemi simili”.

Twitter: @FrancescoGrana