Cronaca

Tre anni senza don Gallo, ecco tutte le iniziative per ricordare il prete di strada

Oggi minestrone e passeggiata anti-razzista nella sua Genova. Martedì invece un incontro per presentare l'archivio che raccoglierà la vita e le battaglie del sacerdote. Lilli, sua storica assistente: “Fosse vivo condividerebbe le idee di papa Francesco”

Genova non dimenticata il suo prete di strada, don Andrea Gallo. Come tre anni fa quando in quella piccola chiesa di San Benedetto al Porto dove c’è la sua comunità arrivarono migliaia di persone a portare l’ultimo saluto a l’uomo e sacerdote innamorato della Costituzione, oggi per ricordarlo in tanti hanno condiviso un minestrone in piazza dopo aver fatto una camminata contro il razzismo dedicata a lui in mattinata.

Una festa come sarebbe piaciuta a lui: con i più poveri, con le sue “principesse” transessuali, con i fratelli arrivati da lontano, con i drogati (come li chiamava lui senza giri di parole), con gli amici di sempre, quelli che hanno lavorato al suo fianco e quelli che l’hanno conosciuto in quel pellegrinaggio continuo in giro per l’Italia con in bocca il sigaro e in mano la sciarpa rossa. Un week-end tutto per lui, come se fosse ancora lì, a braccia aperte, ad accogliere tutti.

Venerdì nella sua chiesa è arrivato monsignor Luigi Bettazzi, emerito vescovo di Ivrea e padre conciliare, a celebrare una messa in sua memoria.

Ieri a Cogoleto hanno intitolato “al prete di strada” un orto botanico mentre stamattina nell’ambito della festa dello sport dalle 10,30 è partita una marcia da piazzale Mandraccio Porto Antico fino a piazza Don Gallo.

Martedì prossimo a Palazzo ducale alle 17,45 alla presenza del teologo Vito Mancuso, del giornalista Gad Lerner, insieme al sindaco Marco Doria, a Dori Ghezzi e del fratello Vittorio Gallo si parlerà del progetto di un archivio che raccoglierà la vita di quell’uomo amato dagli ultimi e avverso alle gerarchie della Chiesa.

Un lavoro che sta seguendo in prima battuta Lilli, Liliana Zaccarelli, la storica segretaria di don Andrea. Oggi è ancora lei uno dei motori della comunità “Sambe”. E’ dal 1983 che si occupa di chi bussa alla porta in via San Benedetto.

Da quando è scomparso il loro prete, nessuno se n’è andato da quella chiesa e da quegli angusti spazi che accolgono i disperati della strada.

Lilli con gli altri di “Sambe” va avanti continuando – come le ha insegnato don Gallo – guardando la persona “per quella che è quella mattina, non per quello che ha fatto di bene o di male ieri”: “Stiamo cercando di dare una risposta alle emergenze di questo momento. Abbiamo accolto 34 immigrati; abbiamo aperto delle nuove attività a Casa quartiere ad Alessandria; continuiamo l’accoglienza nelle nostre strutture a cascina Rangone così come alla cascina Mandela. Stiamo facendo un grande lavoro per realizzare l’archivio dedicato al Gallo. Con degli esperti stiamo selezionando tutto il materiale che abbiamo trovato. Lancio un appello: chi avesse registrazioni, fotografie, documenti degli incontri fatti da Andrea, ci contatti”.

Lilli si ferma un attimo. Dall’altra parte del telefono cala il silenzio: “Certo si sente la sua assenza. Ci manca la sua lungimiranza, riusciva a vedere di là dal naso, questo ci aiutava. Sia a livello politico che ecclesiale. Fosse vivo condividerebbe le idee di Papa Francesco”.