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Iren, esposto dei piccoli soci a Consob: “Comune di Torino debitore di 190 milioni all’utility. Ha vantaggi indebiti”

Due parlamentari M5S annunciano un'interrogazione parlamentare ai ministri competenti per "conoscere quali sono i rilievi che l'authority ha mosso" al gruppo. Intanto alla presidenza è stato nominato Paolo Peveraro, indicato dal sindaco Piero Fassino

Due piccoli soci della multiutiliy piemontese Iren hanno presentato un esposto alla Consob per chiedere chiarezza sul rapporto tra l’azienda e il Comune di Torino, a sua volta azionista, che deve al gruppo circa 190 milioni di euro. E l’authority ha reagito chiedendo chiarimenti a Iren. A renderlo noto è stata domenica la rivista Valori, alla vigilia dell’assemblea che ha approvato il bilancio e nominato presidente Paolo Peveraro, indicato dal sindaco Piero Fassino. “L’analisi puntuale delle relazioni di bilancio del gruppo Iren evidenzia un indebitamento complessivo del Comune di Torino non soltanto eccessivamente elevato, ma perdurante nel tempo e recentemente rialimentato dall’acquisizione del 50% di AMIAT spa”, si legge nell’esposto. “Riteniamo che tale posizione debitoria non possa essere ricondotta nell’ambito di un ordinario rapporto tra cliente e fornitore che, trattandosi di parte correlata in quanto uno dei principali azionisti di Iren, non dovrebbe in alcun modo trarre indebiti vantaggi ricevendo da Iren spa non soltanto la fornitura di un servizio ma anche un sostegno duraturo di natura finanziaria”.

“Il credito della controllata AMIAT spa nei confronti del Comune passa da 67,7 milioni di euro del 31/03/15 a 80,6 milioni di euro al 30 giugno 2015 e a 83,7 milioni di euro al 30 settembre 2015: pertanto, non solo la parte di credito finanziario si incrementa, ma anche l’esposizione complessiva (Iren servizi e innovazione, AMIAT) resta sistematicamente assai elevata (circa 190 milioni sempre al 30 settembre 2015)”, sottolineano i due azionisti. “Domandiamo pertanto il motivo per cui non si sia rispettato l’accordo del 14.11.12, già eccessivamente accomodante, e si sia stabilito di concedere un finanziamento a lunga scadenza al Comune di Torino senza apparente e concreta prospettiva di rientro, a detrimento della gestione dei flussi finanziari del gruppo e foriero di probabili svalutazioni future, e senza che il Comitato parti correlate si esprimesse in tal senso”.

Alla luce della notizia dell’esposto la parlamentare torinese Laura Castelli, vice capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, e la deputata reggiana M5S Maria Edera Spadoni hanno preannunciato un’interrogazione parlamentare ai ministri competenti. “Chiediamo di conoscere quali sono i rilievi che Consob ha mosso ad Iren Spa. Se la notizia, come sembra, si rilevasse fondata emergerebbe che Iren oltre ad essere una condanna per i cittadini utenti che vedono una azienda sempre più lontana dal territorio e dai loro bisogni, lo è anche per i piccoli risparmiatori. Tutto questo per tenere in piedi il potere di chi vuole speculare con servizi di pubblica utilità”, spiegano Castelli e Spadoni.