Cronaca

Sprechi, a Mesagne specchi solari sul Comune L’impianto è da 366mila euro, ma non va

Nel comune del brindisino gli uffici sono ospitati dagli anni Trenta del Novecento a Palazzo de Celestini, gioiello del Seicento pugliese e monumento-simbolo della città. Poi l'improvvida decisione di piazzarci sopra un impianto di solar cooling che avrebbe dovuto assicurare il riscaldamento e la refrigerazione a costi ridotti. Me l'esito dell'operazione si fa tragicomico, coi dipendenti costretti a usare stufette elettriche

A Mesagne, un comune del brindisino, uffici politici e amministrativi sono ospitati dagli anni Trenta del Novecento a Palazzo de Celestini. Un gioiello del Seicento pugliese. Un monumento-simbolo della città. Nel 2011 l’amministrazione decise di realizzare al di sopra dell’immobile storico un impianto di solar cooling che avrebbe dovuto  assicurare il riscaldamento e la refrigerazione a tutti gli ambienti, con costi ridottissimi. Si redige un progetto dell’opera e  il Comune stanzia quasi 367mila euro. La Soprintendenza paesaggistica di Lecce lo blocca ma si va avanti lo stesso. E il risultato oggi è l’ennesimo caso di spreco del denaro pubblico.

“Questo Assessorato, vista la situazione, ha chiesto di procedere preventivamente, verificando le cause di infiltrazione, e soprattutto con la verifica della condizione statica del solaio, al fine di definire poi un intervento controllato e scientifico su un palazzo di tale pregio architettonico e che supporta, peraltro, il carico aggiuntivo dell’impianto di solar cooling”, scriveva così nel settembre 2015 sulla pagina istituzionale del Comune l’assessore ai Lavori pubblici Palma Librato, a proposito delle condizioni dell’Aula Consiliare. A Mesagne ora si fanno i conti con la decisione di installare nel palazzo Municipale il solar cooling, un impianto finalizzato allo sfruttamento dell’energia prodotta da fonti rinnovabili per climatizzare i suoi uffici. Un’operazione contrastata da molti. Ma non dall’ex sindaco Scoditti, strenuo sostenitore dei benefici che la realizzazione dell’impianto avrebbe portato. “In un momento in cui tutti siamo chiamati a ridurre le spese non vedo motivi per bloccare questo progetto. Gli specchi solari posizionati sul lastrico del palazzo di città non pregiudicano l’aspetto monumentale ed architettonico. Perché non risparmiare migliaia di euro dall’asfittico bilancio comunale”, dichiarava nell’aprile 2014 dopo che il Tar di Lecce aveva contraddetto il parere negativo espresso dalla Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici.

Già perché i pannelli da posizionare al di sopra del tetto e la serie di tubi verticali fissati sulle facciate si sarebbero andati a posizionare su Palazzo de Celestini, edificio d’impianto seicentesco con parti realizzate nella prima metà del secolo successivo. Insomma un autentico simbolo del barocco pugliese, dal 1935 divenuto sede del Municipio. Le contrarietà dell’ufficio locale del Mibact spazzate via. Tutto in regola. Nonostante “l’intervento proposto risulta in netto contrasto con i peculiari caratteri storico-architettonici dell’immobile”. Così il progetto del 2011, finanziato nel 2012 con 366.588,76 euro, nell’ambito del programma Operativo Interregionale “Energie rinnovabili e risparmio energetico” 2007-2013, si realizza, dopo la variante al progetto, nel 2013. Ma le polemiche non si arrestano. Al punto che nell’aprile 2014 il Comune fa rimuovere due cabine, inizialmente impiantate al di sopra del tetto. Ma non è tutto. “L’impianto di refrigerazione sembra proprio non funzionare”, denunciava nell’agosto 2014 Antonio Calabrese, segretario del movimento politico-culturale ProgettiAmo Mesagne. Mal funzionamento sul quale non si è intervenuti se ancora a gennaio 2016, per riscaldare gli ambienti, gli impiegati e lo stesso sindaco, sono stati costretti ad utilizzare piccoli caloriferi elettrici.