Televisione

Cecchi Paone e il nuovo Tg4: Tg di quasi un’ora o un quasi Tg?

Nuovo conduttore e nuovo telegiornale per l’edizione serale delle 18:55. All’anchorman Alessandro Cecchi Paone il compito di rinnovare la formula e alzare gli ascolti. 

Davide Venturi

Sul tavolo del nuovo conduttore del Tg4 campeggia un mappamondo argentato. Inizia in simil stile americano la nuova avventura di Cecchi Paone (in Usa, però, sono le tazze a vincere la battaglia sui mappamondi). A completare la scenografia un vidiwall con la foto del momento, alcuni dati o spiegazione di parole protagoniste della notizia. Per Cecchi Paone le parole devono spiegare, mai giocare o cedere alla tentazione di un facile richiamo a forma di titolo. Questa la ricetta del suo Tg di quasi un’ora. O forse, più corretto, dire un quasi Tg di un’ora, dove la cronaca e la notizia non sono le protagoniste, ma la ribattuta e l’analisi frettolosa sono i suoi punti forti. Un viaggio ai margini del ciò che è accaduto, dando per scontata la conoscenza della notizia. Ed ecco che nel nuovo Tg4 si susseguono collegamenti in esterna o momenti sbilenchi di infotainment in stile Ghigliottina, dove si ricorda che Panama è anche un cappello. Se in certo senso il nuovo Tg4 va promosso nell’estetica, resta senza voto nella sostanza: come quel mappamondo d’argento a fianco di Cecchi Paone, il Tg4 è un oggetto bello a vedersi, ma pressoché inutile al suo scopo informativo.

Riccardo Marra

Fermi tutti! È scomparso il mappamondo di Cecchi Paone! O forse non è piaciuto perché considerato inutile per un telegiornale. Ed è già caccia al cimelio: chissà in che cantina sarà finito o su quale scrivania. Caro Venturi, mi hai costretto a seguire un’ora di telegiornale per il nostro consueto dibattito sulla Tv. Un’ora è tanta, dopo un’intera giornata di abbuffata informativa. È forse questo il limite più grosso di questo spazio di commento su Rete4: arriva a sera e a pancia piena. Dove anche i social network fanno a gara a chi ribatte più velocemente l’ultim’ora di turno. Da considerare, però, c’è anche un altro punto focale: che dire, sì, hai ragione, il nuovo Tg4 è fresco nell’impianto scenografico e sta imparando da Sky sull’utilizzo di grafiche, vidiwall e titoli accattivanti. Il fatto è che, in ambito di informazione televisiva, gli ascolti li fai con una caratteristica per nulla scontata: la credibilità giornalistica. Il vecchio Tg4 l’aveva smarrita a causa dell’uso troppo spesso personalistico di Emilio Fede, il nuovo Tg4 saprà ritrovarla e sfoggiarla? Perché, hai ragione, ai telespettatori piace l’estetica delle cose, ma va particolarmente ghiotto per la loro veridicità. Per quanto è possibile, naturalmente.