Scuola

I licei musicali protestano: “Insegnanti di musica esclusi dai concorsi”. E in piazza le suonano al governo Renzi (VIDEO)

La manifestazione contro le scelte del ministero dell'Istruzione è un concerto di musica classica: dal Piemonte al Veneto fino alla Campania e alla Calabria. "A rischio posti di lavoro per 1600 prof"

Stavolta le hanno “suonate” al ministero dell’Istruzione. Stamattina da Torino a Palermo, i docenti e gli studenti dei licei musicali e coreutici sono scesi in piazza con una singolare protesta contro la Buona Scuola colpevole di escludere dal concorso molti degli insegnanti di musica, strumento, teoria, analisi e composizione “utilizzati” fino ad oggi. In assenza di specifiche classi di concorso, in questi anni, in via transitoria e con interpretazioni anche “territoriali”, sono stati utilizzati docenti delle discipline musicali delle secondarie di primo e secondo grado, sia con contratto a tempo indeterminato che precari. “In entrambi i casi, il loro impegno e la loro capacità di ricerca – spiega Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil – hanno costruito ex-novo il corso di studi, sviluppando una didattica specifica che ha portato al forte incremento della richiesta e alla necessità di istituire tante nuove sezioni. Con le norme attuali in via di applicazione, solo una parte di questi docenti potrà trovare conferma definitiva negli insegnamenti del liceo musicale”. 

Si tratta di circa 1600 persone che potrebbero perdere il posto di lavoro. Un “esercito” di musicisti che oggi, 23 marzo, si è fatto sentire. In Piemonte sono scesi in piazza i licei Cavour di Torino, Bianchi di Cuneo e Casorati di Novara; in Lombardia hanno portato in scena la protesta il Gambara a Brescia, il Tenca a Milano, il Manzoni a Varese. Manifestazioni anche a Verona, Treviso, Trieste, Genova, Bologna, Modena, Parma, Lucca, Roma, Anzio, Teramo, Napoli, Salerno, Lecce, Potenza e Crotone. A fine giornata si contano circa 120 licei coinvolti. Per tutta la mattinata, studenti e “maestri”, hanno fatto lezione all’aria aperta, cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica sul valore della loro scuola. “Siamo qui – hanno spiegato i docenti e gli alunni del Gambara che su un manifesto hanno scritto “Dietro un grande musicista c’è un grande maestro” – perché la legge 107 non tiene conto che il 90 per cento dei docenti che da sei anni insegna a pieno titolo nei 126 licei italiani verrò sollevato dal suo incarico per lasciare posto a chi vincerà un concorso, riservato ai soli insegnanti precari e abilitati”.

Voci che si sono unite a quelle del sindacato: “Questi docenti hanno insegnato per anni in maniera precaria, senza abilitazione perché aspettavano le nuove classi di concorso e ora verranno esclusi. Il governo crea disoccupazione: la fretta – spiega Pantaleo – con cui è stato fatto il concorso danneggia delle fette di precariato. Avevamo chiesto un incontro con il ministero sulla questione ma non ci è stato accordato. La questione è delicata e coinvolge anche la didattica di questi licei che saranno penalizzati. Stiamo parlando di scuole dove servono competenze specifiche, dove chi ha insegnato fino ad oggi ha svolto un ruolo importante”. Una protesta che ha coinvolto anche i genitori preoccupati della sorte dei licei musicali: sulla piattaforma change.org i professori hanno lanciato una petizione che ha già raccolto oltre 4mila adesioni.

A tentare di spegnere le voci della protesta è il ministero dell’Istruzione che spiega che “con il nuovo Regolamento sulle classi di concorso il precariato di chi insegna nei licei musicali sarà ridotto e non aumentato. Fino ad ora non esistevano cattedre vere e proprie per i musicali perché non esistevano specifiche classi di concorso. Quindi si utilizzavano docenti del primo o del secondo grado o supplenti. Ora, per la prima volta, si creano posti veri e propri che potranno essere occupati con le operazioni di mobilità,attraverso le Gae e con il concorso. Si darà maggiore stabilità al personale e agli studenti”. Secondo fonti del ministero i docenti dei licei musicali non devono preoccuparsi: “La mobilità professionale permetterà a un quarto di questi 1600 di avere il loro posto. Un’altra parte di questi sta già ora in Gae, perciò avranno l’opportunità di giocarsela”.

Aggiornato alle 15,50 del 24 marzo 2016